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Il MITE ha reso noto il piano per sostituire le importazioni di gas russo, rispettando gli impegni di decarbonizzazione, intanto salta il DL Aiuti Bis e in Europa si discute di una regolamentazione comune dei mercati.
Il Ministero per la Transizione Ecologica ha reso noto il nuovo piano di contenimento dei consumi di gas naturale: con il piano, il governo ha confermato gli impegni di decarbonizzazione previsti per il 2030, preparandosi al contempo ad un inverno di forti tensioni economiche a causa del continuo incremento dei prezzi nel settore del gas. Negli scorsi giorni, Mosca ha chiuso infatti il gasdotto Nord Stream, provocando una ulteriore impennata nei prezzi e spingendo ancora la Commissione Europea verso un piano comune volto a limitare il prezzo della materia prima. In quest’ottica, il piano del MITE prevede un insieme di iniziative, di diversa natura, volte a limitare la dipendenza italiana dal gas Russo:
- Sul lungo periodo, si conta di ridurre del 16% il consumo di gas grazie alle risorse rinnovabili
- Sul breve e medio periodo si fa riferimento all’uso di combustibili fossili diversi dal gas e sulla sostituzione delle importazioni russe con gas di altri paesi
Dal punto di vista dell’incremento delle rinnovabili, il piano si allaccia ai programmi presentanti in precedenza e approvati durante la legislatura uscente, mentre il corpo maggiore del piano è finalizzato alla sostituzione di circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, entro il 2025, confermando le analisi secondo cui la differenza potrà essere colmata con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.
Per quanto riguarda le misure per diversificare la provenienza del gas importato, il ministero conferma le intenzioni di un graduale aumento delle forniture di gas dall'Algeria, attraverso il gasdotto che approda in Sicilia, già a partire dal 2022.
È poi menzionato l’incremento “nel breve termine” delle importazioni attraverso il gasdotto TAP, di cui si auspica un raddoppio della capacità di trasporto (intervento che, stando alle note ufficiali, non necessita di ulteriori lavori di costruzione sul tratto italiano del gasdotto). Nel documento sono inoltre riportati gli accordi, presi in coordinamento con ENI e con SNAM, volti a garantire l’approvvigionamento di Gas Naturale Liquefatto da nuovi Paesi partner, in particolare: circa 3,5 miliardi di Smc dall’Egitto, 1,4 miliardi di Smc dal Qatar, e 4,6 miliardi di Smc progressivamente dal Congo, oltre a ulteiriori 3,0-3,5 miliardi di Smc provenienti da forniture in fase di negoziazione da atri Paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia.
Al momento non sembra invece superato lo scoglio del prezzo al dettaglio di gas ed energia: l’approvazione del DL Aiuti Bis, che include misure chiave per agevolare cittadini ed imprese dal recente aumento delle bollette, è slittata a martedì 13 in seguito ad alcuni disaccordi in Senato, lasciando dubbi sull’entità finale dei finanziamenti che verranno stanziati, in larga parte, sembra, dipendenti dal gettito derivante dalla tassa sugli extraprofitti delle società energetiche. Per quanto concerne invece la gestione dei mercati internazionali di combustibili ed energia, i ministri Europei competenti per i settori dell’energia si sono riuniti giorno 9 settembre, per cercare ancora una volta di giungere ad un accordo comune. Durante la stesura di questo articolo non sono ancora noti gli esiti delle loro negoziazioni.
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