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500 miliardi di euro e un numero di vittime compreso tra 85 mila e 140 mila unità. Questo è il prezzo che 32 paesi europei hanno pagato, dal 1980 al 2020, a causa di calamità naturali, in gran parte legate ai cambiamenti climatici.
I danni causati dai disastri naturali sono solo uno dei modi in cui le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle città si manifestano, ma forse uno dei più evidenti. A fornire dati precisi in fatto di conseguenze di ondate di calore, tempeste e diluvi nel Vecchio Continente è l’EEA (European Environment Agency).
I numeri sono elevati: secondo la ricerca, l’impatto dei disastri ambientali nei 32 Paesi europei, in 40 anni (1980 – 2020), è stato pari a 450-520 miliardi di euro, con un numero compreso tra 85 e 140 mila vittime. Numeri che interessano con particolare peso Italia, Francia e Germania. Più in dettaglio, ecco il triste primato per numero di morti:
- Francia (23 mila)
- Italia (21.000)
- Spagna (15 mila).
Dal punto di vista dell’impatto economico, a pagare il prezzo più salato troviamo la Germania, seguita da Italia e Spagna.
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Gli eventi responsabili e i danni in Italia
Il rapporto dell’EEA evidenzia come oltre il 60% dei danni sia stato provocato dal 3% degli eventi, dato che ne sottolinea la violenza. A rilevarlo è l’incrocio di dati forniti da CatDat e NatCatService. Entrambi gli enti distinguono gli eventi avversi in:
-
eventi meteorologici, come le tempeste
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eventi idrologici, di cui le alluvioni sono la tipica espressione
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eventi climatici, come ondante di calore o di gelo e siccità.
I primi due tipi di evento hanno causano tra il 34 e il 44% delle perdite.
Secondo gli studi, anche considerando la bassa percentuale di beni assicurati (5-20% dei beni italiani colpiti), in generale, l’Italia ha subito perdite tra i 74 ed i 90 miliardi di euro, a causa di 21.603 catastrofi. L’Italia, con la Svizzera, detiene alche il primato in fatto di perdite pro-capite, che si stimano tra i 1500 e i 2000 euro a testa.
Il trend che preoccupa e le previsioni
È il CatDat a soffermarsi sull’aumento, negli anni, dei danni provocati dal maltempo, rilevando come la loro entità sia passata da 10 miliardi annui, tra il 1980-1990, a 14,7 miliardi all'anno, nel periodo tra il 2011 e il 2020. In aumento anche gli episodi drammatici, che sono passati da 392, in media per decennio, a 1220.
I cambiamenti climatici hanno, senza dubbio, il loro peso in questo preoccupante trend, ma secondo gli esperti non sono gli unici responsabili. In gioco entrano anche dinamiche demografiche e di sviluppo economico. Occorre comunque prepararsi a fronte alla sempre maggiore imprevedibilità del meteo e a contenere quanto più possibile l’innalzamento della temperatura globale. Se riuscissimo a limitare a +1,5° questa tendenza, infatti, secondo il Progetto Peseta, sarebbe possibile, ogni anno, salvare 60 mila vite umane e risparmiare 20 miliardi di euro. Anche il G20 Risk Atlas si esprime in questo senso, avvisando che, se riuscissimo a contenere l’aumento delle temperature, i costi sarebbero di 40 miliardi, contro i 70 che dovremmo sostenere se non facessimo nulla.
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13 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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