L’economia circolare e le nuove professioni
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L’economia circolare e le nuove professioni

Randstad Research ha censito le professioni legate all’economia circolare, evidenziando la necessità di profili con competenze tecniche trasversali e capacità di lavorare in gruppo.

Secondo il rapporto redatto nel 2021 da Randstad Research sono oltre 200, e in continua crescita, le nuove professioni che rispondono ai requisiti necessari per trovare lavoro nelle aziende impegnate nel processo di transizione verso la sostenibilità ambientale e sociale.

Tra le nuove professioni figurano designer circolari, che devono conoscere i principi di progettazione sostenibile, i processi produttivi e le strategie di utilizzo dei materiali, oltre a saper gestire il network di una filiera; il tecnico della gestione della filiera, che deve conoscere i linguaggi di programmazione, saper fare un’analisi del bilancio di sostenibilità dell’azienda e saper proporre nuove tecnologie, collaborando con i rappresentanti aziendali per l’organizzazione delle attività e per la comunicazione. Ci sono poi i gestori della logistica inversa, gli esperti di blockchain per la sostenibilità, i carrellisti digitali, oltre a imprenditori e ingegneri gestionali che dovranno guidare le aziende nell’innovazione.

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Le nuove professioni coinvolte richiedono quindi un insieme di conoscenze “ibride”, sia tecnico-scientifiche specifiche dell’ambito di riferimento, sia trasversali, come la capacità di fare squadra, l’apertura al cambiamento, la capacità di aggiornarsi continuamente; senza dimenticare poi l’importanza delle doti relazionali. Tutto questo, però, pone un problema per le aziende: quello di non riuscire a trovare persone adeguatamente preparate per ricoprire questi ruoli. Un rischio che, negli anni a venire, aprirebbe un nuovo gap fra domanda e offerta di lavoro.

Perché funzioni al meglio, l’economia circolare richiede nuove mansioni e competenze o la re-invenzione delle funzioni tradizionali.

È fondamentale, quindi, che avvenga una nuova organizzazione del lavoro: la segmentazione delle mansioni lavorative a cui abbiamo assistito finora deve necessariamente essere sostituita dalla connessione tra queste. “È necessario sostenere lo sviluppo dell’economia circolare evitando ‘colli di bottiglia’ nelle risorse umane” ha detto Daniele Fano, Coordinatore del comitato scientifico di Randstad Research. “Nei prossimi mesi, in cui l’Italia sarà impegnata nella transizione sostenibile, è destinato ad aggravarsi il problema del “matching”. Il nostro sistema formativo deve attrezzarsi rapidamente per formare il capitale umano che nei prossimi anni dovrà programmare e gestire tecnologie e servizi dell’economia circolare. ll PNRR, con la forte spinta agli ITS, come quelli erogati dalla Fondazione Tech Talent Factory di cui fa parte Randstad, può essere l’occasione per rilanciare tutti i percorsi tecnico-professionali di cui c’è urgente bisogno. Ma è necessario moltiplicare l’accesso dei giovani agli ITS, insieme a un ampio piano ‘shock’ per la formazione e l’istruzione, dalla scuola materna alla formazione continua”.

 

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