Nei #SustainableTalks di oggi parleremo della filiera del pomodoro da industria nel territorio pugliese con Gianmarco Laviola di Princes Industrie Alimentari.
Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
La sostenibilità è da sempre al centro degli obiettivi di Princes Industrie Alimentari perché permette di costruire un futuro migliore per tutta la filiera del pomodoro da industria nel territorio pugliese in cui operiamo. Negli anni, abbiamo svolto una serie di attività, coinvolgendo anche stakeholder esterni sugli aspetti etici, per assicurare il rispetto dei diritti lungo la filiera del pomodoro; poi abbiamo esteso il nostro interesse alla sostenibilità ambientale ed economica. Nel 2019, abbiamo siglato un accordo rivoluzionario con Coldiretti, rinnovato nel 2021, attraverso cui chiediamo ai nostri fornitori la stessa attenzione che rivolgiamo noi all’ambiente e ai diritti umani: ad esempio, abbiamo indicato che i nostri partner si impegnino a operare per la biodiversità e per la creazione di condizioni per il benessere delle api, importanti per la sostenibilità ambientale e il futuro dei raccolti.
L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
La comunicazione è uno strumento cruciale per lo sviluppo di questo percorso poiché consente la condivisione di idee e best practices con altre realtà e concorre alla diffusione di una cultura basata sulla sostenibilità. Con questo presupposto abbiamo avviato alcune partnership che testimoniano e certificano il nostro impegno e, al contempo, permettono di diffondere conoscenza su una filiera che valorizza le pratiche virtuose in tema di rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Inoltre, aderiamo e partecipiamo con piacere a momenti di approfondimento durante eventi o master dedicati ai temi in questione, per condividere la nostra esperienza.
Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Come anticipato, nel tempo abbiamo svolto una serie di attività che hanno visto il coinvolgimento attivo di stakeholder esterni sugli aspetti legati alla sostenibilità sociale, economica ed ambientale della filiera. Ad esempio, con il rinnovo dell’Accordo di filiera con Coldiretti, abbiamo avviato con Oxfam Italia, associazione in prima linea contro ogni forma di disuguaglianza, una collaborazione che permette un’evoluzione dell’impegno a favore di pratiche che tutelano concretamente i diritti dei lavoratori, specialmente quelli più fragili per evitare che questi incorrano in fenomeni di sfruttamento. La collaborazione prevede un’attività di monitoraggio e certificazione delle iniziative introdotte da Princes per il rispetto dei diritti umani, fra i fornitori e nell’intera filiera del pomodoro pugliese. Abbiamo inoltre aderito al modello di monitoraggio dei risultati raggiunti in termini di Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030, fornito dal UN Global Compact insieme a B Lab per valutare le nostre performance di sostenibilità e migliorarle.
Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?
Le azioni e le attività improntate alla sostenibilità contribuiscono sicuramente alla crescita della filiera del pomodoro, perché permettono di costruire un futuro longevo e florido per un settore strategico per l’Italia. Contestualmente, la sostenibilità diventa leva per accrescere la competitività sui mercati e sviluppare prodotti che soddisfino i bisogni dei consumatori in termini di attenzione all’ambiente e ai diritti delle persone coinvolte lungo tutta la filiera.
In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
Il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo ancora sperimentando ha rappresentato una sfida senza precedenti per tutti. La pandemia, tuttavia, ha costituito anche un’opportunità di crescita, durante la quale ci si è potuti rendere conto di quanto gli aspetti economici, sociali, ambientali siano interconnessi e quanto sia importante, nei momenti critici, saper essere resilienti, facendo leva su azioni concrete a favore della sostenibilità.
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