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Per le Interviste del Direttore di oggi abbiamo intervistato Claudio Parrinello di PlanetWatch.
PlanetWatch SaS è una startup nata a gennaio 2020 che si occupa di monitoraggio ambientale, a partire dalla qualità dell’aria. Ha come obiettivo “sorvegliare” i livelli di inquinamento del pianeta, identificando in particolare picchi locali, attraverso la creazione di una rete di monitoraggio globale dalla governance decentralizzata. Da cosa è nata questa idea e quali sono i riscontri ricevuti sino ad ora?
L’idea di creare PlanetWatch nasce dalla constatazione che oggi siamo oramai in grado, grazie all’introduzione di tecnologie avanzate, di rendere capillare il monitoraggio dell’aria dispiegando reti di sensori che beneficiano del supporto e contributo attivo della collettività. In questo modo emerge una nuova nozione di “cittadinanza ambientale”, in un processo che altrimenti farebbe riferimento esclusivamente ad enti governativi o organizzazioni “esterne” alla società. È così che PlanetWatch sta “democratizzando” e digitalizzando i processi di monitoraggio della qualità dell’aria grazie alla blockchain di Algorand, ai sensori IoT e ad algoritmi avanzati di analisi di grandi volumi di dati. I cittadini vengono incentivati a installare sensori per la qualità dell’aria approvati da Planetwatch attraverso l’offerta di token in cambio dei flussi di dati. PlanetWatch mette in opera in questo modo una fitta rete di sensori in tempo reale capaci di geolocalizzare i dati ambientali fino ad una scala di dettaglio stradale e aziendale. Ad oggi sono oltre 6.000 i sensori connessi in tutto il mondo. Per il momento, in Italia, la nostra presenza è particolarmente concentrata nelle aree urbane di Milano e Taranto, ma ci stiamo rapidamente espandendo, nello stesso modo in cui stiamo crescendo in molti Paesi in Europa, Stati Uniti e Asia.
La tecnologia è indispensabile per lo sviluppo di soluzioni a tutela dell’ambiente. A suo avviso il connubio “tecnologia-ambiente”, indispensabile per startup quali PlanetWatch, è sufficientemente supportato da parte delle Istituzioni anche e soprattutto in termini economici?
Oggi le realtà aziendali come la nostra si avvalgono soprattutto di risorse private rappresentate da investitori nazionali e internazionali e di piani di sviluppo che passano da ampliamenti per linee esterne attraverso joint venture internazionali. Le istituzioni per noi costituiscono comunque un interlocutore prezioso e sempre più ricettivo anche a fronte di una progressiva crescita dell’attenzione della cittadinanza e dei media rispetto ai temi ambientali e della sostenibilità. Noi siamo interessati al dialogo con tutte le amministrazioni, che si tratti di governi nazionali o di enti locali, perché siamo assolutamente convinti che un progetto così grande, complesso e indispensabile come quello che ci vede impegnati a monitorare l’ambiente e proteggere in prospettiva la salute di tutti debba essere affrontato attraverso l’unione di tutte le forze in campo. Quindi, anche a fronte delle linee guida definite dai nuovi Piani di Ripresa e Resilienza che pongono la transizione ecologica al centro delle loro strategie progettuali, siamo pronti a collaborare con ogni istituzione che ritenga il nostro know-how utile per raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi di salvaguardia ambientale.
Claudio Parrinello
CEO di PlanetWatch. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Fisica Teorica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Guida l'azienda e ne sviluppa la strategia seguendo direttamente le partnership di alto profilo e le investor relations. Ex fisico ricercatore, consulente internazionale e manager presso il CERN di Ginevra, Claudio è un cittadino italiano che ha vissuto e lavorato negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Svizzera. Nel 2012 ha co-fondato una startup francese di sensori e robotica. È attivo nell'ecosistema blockchain dal 2016.
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