Per le Interviste del Direttore di oggi abbiamo intervistato Beatrice Strazza di SkinLabo.
SkinLabo, primo digital native brand italiano della cosmetica è ufficialmente certificato Plastic Neutral. A cosa è dovuta la scelta di intraprendere questo percorso all’insegna della sostenibilità?
SkinLabo ha deciso di posizionare l’agire responsabile in cima alla propria agenda. Lo chiede il mercato ma innanzitutto lo impone la coscienza dello scenario globale attuale. In SkinLabo inoltre pensiamo che il successo che ci stiamo conquistando sul mercato debba accompagnarsi ad un proporzionale impegno per l’ambiente e le persone. E' un modus operandi consolidato del brand definire strategie che consentano risultati ed impatti concreti e misurabili, nonché rimanere sempre in ascolto dei nostri clienti. Per questo motivo nella definizione dei nostri obiettivi per la sostenibilità 2022 abbiamo coniugato ad una analisi della materialità con i principali stakeholders una più estensiva survey condotta sull ‘intera customer base (1,2 mln, tasso di risposta 10%). Questo ci ha aiutato a definire obiettivi che rispecchiano le reali priorità dei nostri stakeholders. Fra questi obiettivi il più urgente è risultato essere l’azione contro inquinamento dilagante della plastica.
SkinLabo ha scelto di sostenere un progetto eco friendly e solidale: quello della complessa gestione dei rifiuti di plastica nella località di Dehradun in India, località in cui più del 50% dei rifiuti è costituito da plastica multistrato (MLP) che non viene raccolta perché difficile da riciclare e quindi di scarso valore commerciale. Devolvendo una percentuale dei propri ricavi a questo progetto, SkinLabo permette la rimozione di circa 11 tonnellate all’anno di rifiuti altrimenti destinati a disperdersi nell'ambiente. Quali sono i prossimi progetti per il futuro?
Ce ne sono tanti e li prioritizziamo sempre partendo da un assessment del nostro impatto attuale. Ne cito due a titolo esemplare. Il progetto Spedizioni Carbon Neutral . Un’area di impatto ambientale negativo rilevante per noi che nasciamo come E-commerce è sicuramente quella derivante dalle spedizioni ai nostri clienti. Stiamo accantonando per l’acquisto di carbon credits alla fine dell’anno quando saremo in grado di calcolare la nostra carbon footprint (le emissioni derivanti dalle spedizioni nel 2021 ammontano a 41 tonnellate di CO2): non possiamo ancora svelare molto ma il progetto ci porterà a collaborare con una realtà giovane, nuova , locale (quindi controllabile!) che come rePurpose ci consentirà un impatto positivo non solo a livello ambientale ma anche sociale. L’obiettivo principale rimane sempre quello di ridurre l’impatto negativo , per questo stiamo rivedendo i nostri packaging per ridurre l'utilizzo di plastica soprattutto vergine e studiando nuovi accordi con i distributori per rendere più sostenibili le spedizioni. Si tratta però di percorsi che richiedono tempo ed investimenti e per questo crediamo che nel frattempo sia necessario neutralizzare il proprio impatto: il prezzo della compensazione è il prezzo che sentiamo di dover pagare per portare avanti il nostro business. Un altro esempio di progetti in cantiere riguarda invece la rappresentazione che diamo delle persone sul nostro sito e sui nostri canali social. Come facciamo sempre abbiamo deciso di ascoltare innanzitutto le voci dei nostri clienti: quanto vi sentite rappresentati? Quanto è davvero accessibile il prodotto di SkinLabo per voi? Questi sono gli interrogativi che ci stiamo ponendo per costruire brand che accolga concretamente sempre più diversità ed unicità nel proprio DNA… e non si parla solo di immagini e video, ma non possiamo fare spoiler!
L’industria cosmetica è sotto i riflettori da diverso tempo: è ritenuta tra i settori maggiormente inquinanti per il rilascio di sostanze tossiche nell’ambiente ma creare prodotti completamente sostenibili è molto difficile. Crede che le aziende siano adeguatamente supportate dalle istituzioni per intraprende percorsi di sostenibilità?
Va innanzitutto detto che che per comprendere veramente l'impatto ambientale dei prodotti di cosmesi bisognerebbe fare un importante distinguo fra le diverse fasi di vita di un prodotto: l'impatto ambientale (ma anche quello sociale) del sourcing della materie prime, la fase produttiva, quella distributiva e la fase di utilizzo e di smaltimento. Ognuna di queste fasi ha footprint diversi. Come Skinlabo cerchiamo di contenere il nostro impatto mantenendo un controllo rigido sulla nostra filiera (dal 2022 un assessment approfondito sui fornitori verrà condotto da un auditor esterno per esempio) e condividendo con i fornitori gli obiettivi di sostenibilità. Per quanto riguarda la fase di utilizzo e di smaltimento, che sono i due stadi di vita in assoluto più inquinanti per un prodotto di cosmesi o personal care, adottiamo sempre di più tecniche di design sistemico volte a concepire prodotti a contenuto impatto ambientale: la nostra shampoo bar (uno dei nostri best seller) ne è un esempio, in forma solida comporta l’utilizzo di meno acqua in fase produttiva, ha un packaging sostenibile plastic free ed un peso minore grazie alla confezione minimale che permette di ottimizzare la spedizione. Per quanto riguarda la fase di produzione è necessario sottolineare che da prodotti cosmetici che utilizzano alte % di ingredienti di origine naturale derivino residui di sintesi non inquinanti o comunque molto meno rilevanti dei residui risultanti da processi di sintesi di ingredienti chimici. (tutte le formulazioni SkinLabo contengono almeno il 90% di ingredienti di origine naturale). Colgo l’occasione essendo quasi estate per parlare anche dei solari: è importante sceglierli bene anche per salvaguardare i nostri mari. Il fatto che non contengano al loro interno microplastiche è fondamentale per salvaguardarne la salute ... quelli di Skinlabo non ne contengono! Per quanto riguarda il supporto da parte delle istituzioni si tratta certamente di un processo in itinere, i piani sono molti ma quello che ci dicono i nostri fornitori è che per il momento non vi è il supporto che ci si aspettava nella transizione sostenibile o comunque poco che vada oltre agli incentivi previsti per la conversione energetica: la transizione richiede cambiamenti interni costosi in termini economici e di tempo ed in più quel che è evidente è che si debba trattare di un discorso a 360° gradi, mettere toppe a contenimento degli impatti senza una vera pianificazione intersettoriale ha poco senso. Innanzitutto è necessario raccogliere dati di alta qualità sufficienti a fare una fotografia dell’intera filiera. Inoltre per rendere efficaci gli sforzi per plasmare un futuro sostenibile i produttori di cosmetici dovranno unire le forze e comprendere che è possibile affrontare collettivamente le sfide comuni senza perdere il proprio vantaggio competitivo. Le aziende possono spingere individualmente ma la verità è che sarebbe necessaria un’orchestrazione sapiente da parte delle istituzioni di iniziative di collaborazione pre- competitiva: questo permetterà la generazione di dati di alta qualità e la definizione degli approcci standardizzati necessari per accelerare la transizione aziendale sostenibile. Al momento, il limitato pool di dati esistente permette di fare solo ipotesi sulle prestazioni ambientali effettive della bellezza e del personal care, su dove si trovino i punti critici e quali siano le soluzioni potenziali. Le prime stime di alto livello collocano il contributo dell'industria alle emissioni globali di gas serra tra lo 0,5% e l'1,5% (Quantis, 2020). Quel che è certo è che il nostro settore (valutato a quasi 500 mld USD nel 2018 , si prevede che raggiunga 863 mld USD entro il 2024) ha il peso ed i numeri per fungere da catalizzatore della transizione verso un modello sostenibile di industria.
Beatrice Strazza
Head of Sustainability di SkinLabo. Laureata in Bocconi, dopo aver lavorato nel mondo dell’alta moda si è specializzata in CSR e Sustainability presso IMD Lausanne e si occupa di progettare con le aziende nuovi percorsi e strategie di impatto per accogliere una visione più sostenibile e carica di purpose nelle proprie strategie aziendali
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