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L’azienda Trevigiana è da anni all’avanguardia nella gestione ambientale e sta adattando la propria produzione a meccanismi circolari e sostenibili.
L’implementazione di politiche di sostenibilità ha ricadute positive per le aziende: dal risparmio nei costi di gestione al miglioramento nelle condizioni lavorative dei dipendenti. Tuttavia, poche aziende in settori “tradizionali” sembrano avere colto in pieno le possibilità date dalla transizione ecologica e dall’applicazione di modelli di circolarità. Silca S.p.A., azienda di Vittorio Veneto famosa in tutto il territorio nazionale per la produzione di chiavi, costituisce un esempio di applicazione dei processi di sostenibilità nella gestione ordinaria di aziende manifatturiere lontane dalla percezione comune di “green”, ma vicine alla nostra vita quotidiana nell’uso pratico di prodotti e applicazioni. L’azienda, che da molti anni ha intrapreso un percorso di sostenibilità, ha conseguito le certificazioni dei sistemi di gestione nel settore ambientale e in quello di sicurezza e salute dei lavoratori e più recentemente nel settore dell’energia, ottenendo importanti traguardi come il recupero di quasi il 95% degli scarti metallici derivanti dalla produzione delle chiavi e l’utilizzo di energia elettrica proveniente al 100% da fonti rinnovabili.
Clicca qui per approfondire! Le certificazioni sopra menzionate hanno innescato un processo che ha reso la sostenibilità un tema centrale per tutti i processi aziendali: la Società ha messo in piedi diversi gruppi di lavoro ottimizzando competenze trasversali e team ad alto tasso creativo in cui ingegneri neoassunti si affiancano a colleghi più esperti, per studiare insieme le problematiche dei processi produttivi interni introducendo soluzioni sostenibili disegnate su misura per le esigenze del business Silca. È il caso della gestione delle risorse idriche e dei rifiuti liquidi: l’azienda, che fabbrica ogni giorno quasi un milione di chiavi, ha analizzato possibili soluzioni al problema dello spreco idrico conseguente al massiccio uso di soluzioni composte da acqua e olii e acqua e residui di nichelatura, tradizionalmente smaltite da aziende specializzate con mezzi di trasporto su gomma con impatto anche indiretto sull’ambiente circostante. I tecnici di Silca hanno quindi progettato delle stazioni in grado far evaporare l’acqua contenuta nelle soluzioni per poi ri-condensarla, scindendola dagli olii e dalle altre sostanze pericolose di rifiuto. Le stazioni hanno consentito di ridurre del 90% il quantitativo dei rifiuti liquidi prodotti in azienda, e hanno ridotto il costo di gestione degli scarti al 10% della cifra preesistente.
Un altro importante progetto ideato internamente e completato recentemente è stato l’individuazione di utilizzi virtuosi dell’aria calda emessa dai compressori: uno “scarto” invisibile ai più e normalmente ignorato, che è stato notato da alcuni dipendenti dell’azienda ed è stato oggetto di un intervento di sostenibilità altamente innovativo, indicativo della capacità potenziale che ogni azienda ha se mette in campo una strategia condivisa di lotta agli sprechi, capace di tenere in considerazione i suggerimenti dei lavoratori. L’aria prodotta è stata infatti incanalata in una serie di condotte e ventilatori, assemblati ad hoc, che hanno consentito di sfruttare quasi 30.000 m³/ora di aria calda a 55°C, assicurando un risparmio di importi notevoli che normalmente venivano spesi nel riscaldamento dell’area produttiva, oltre che un miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti, che beneficiano di un ricambio d’aria continuo in grado di compensare fino al 25% della depressione interna dell’edificio. L’azienda, tuttavia, non si è limitata ad una revisione dei meccanismi esistenti ed ha svelato progetti ancor più ambiziosi: Michele Gazzola, amministratore delegato, ha dichiarato di mirare ad una revisione radicale dei processi aziendali in ottica di sostenibilità integrando nella missione di Silca anche gli obiettivi della capogruppo: “dall’eliminazione dell’utilizzo della plastica, alla riduzione ulteriore delle materie prime, alla riduzione delle emissioni del 42% entro il 2030 fino all’economia circolare”.
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