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Oggi viene pubblicato il contributo di Assogas
Il mercato della vendita del gas naturale: provvedimenti strutturali cercasi
Il mercato della vendita di energia in Italia, ed in particolare della commodity gas, vive da mesi una profonda crisi dei prezzi che determina ripercussioni su tutta la filiera.
Il prezzo del gas e conseguentemente dell’energia elettrica, in aumento dall’autunno 2021, ha conosciuto infatti un imponente rialzo a seguito dell’invasione dell’Ucraina e delle notevoli incertezze sulla sicurezza degli approvvigionamenti di gas in Europa.
Attualmente, dopo settimane di relativi ribassi della commodity gas, che aveva raggiunto sul mercato olandese TTF un prezzo di equilibrio di 80-90 €/MWh, il calo delle forniture russe a danno di alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, ha riportato il prezzo del gas stabilmente sopra i 110 €/MWh.
Come già evidenziato da ASSOGAS in precedenti articoli sul tema, tali rialzi comportano pesanti conseguenze sulla filiera gas che necessiterebbero di provvedimenti strutturali. Tra questi, prevedere delle forme di sostegno alle esigenze di liquidità dei fornitori di energia, consentirebbe anche l’applicazione di offerte commerciali più vantaggiose verso i consumatori finali.
Troppo spesso e colpevolmente si tace infatti che, parallelamente all’aumento dei prezzi del gas sul mercato all’ingrosso, cui i venditori di gas si riforniscono, crescono anche le garanzie che i venditori devono prestare ai trader sulla materia prima acquisita: se tali garanzie, prima dei rialzi degli ultimi mesi, potevano anche essere nulle per un venditore regolarmente solvente, ad oggi ammontano anche al 70% del costo di approvvigionamento.
Come agire? Ad esempio, in tempi strettissimi, consentendo inequivocabilmente di poter applicare a tutti i fornitori di energia quanto previsto dall’art. 15 del DL 50-2022: accedere a garanzie prestate da SACE a sostegno della liquidità delle imprese per l’acquisto della materia prima energia e per operare sui mercati. Affinché la previsione sia effettivamente efficace, tali garanzie SACE dovrebbero essere funzionali ad una celere erogazione di finanziamenti da parte degli istituti di credito.
Si dovrebbe, dunque, nei fatti evitare di ripetere i medesimi errori di mancata declinazione pratica dei provvedimenti cui si è incorsi recentemente con simili strumenti. Ci si riferisce nello specifico a quanto previsto dall’art. 8 del DL 21 marzo 2022, n. 21, che introduce per le imprese residenti in Italia, per i mesi di maggio e giugno 2022, la possibilità di chiedere una rateizzazione degli importi dovuti per i propri consumi energetici. Contestualmente, l’articolo 8 attribuisce ai fornitori di energia, al fine di sostenerne le esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione concessi, la possibilità di accedere a garanzie SACE da utilizzare in favore di soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia.
Ottima misura, ma con nessuna applicabilità: le tempistiche degli istituti finanziari per la concessione di finanziamenti ai venditori di energia sono infatti, all’atto pratico, molto lunghe - circa 3-4 mesi e in più le aziende di energia acquisiranno contezza delle richieste di rateizzazione dei clienti industriali al più presto a giugno inoltrato – luglio per le bollette di giugno. La scadenza dello strumento Garanzia Italia della SACE, preposto per le finalità dell’articolo 8, è al 30 giugno 2022. Nei fatti, dunque, le tempistiche delle banche rendono impossibile poter usufruire dell’aiuto SACE previsto per legge.
Occorre dunque agire, correggere gli errori, imparare dal passato, e muoversi velocemente per il futuro. A sostegno del mercato, della concorrenza, dei consumatori.
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