Ultime Notizie
I Paesi in via di sviluppo sono sempre più in affanno. Nel 2021 il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema è aumentato di 77 milioni, e il rischio è quello di un nuovo incremento delle disuguaglianze.
A dichiararlo è il Financing for sustainable development report 2022 redatto dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite con una task force di oltre 60 agenzie internazionali. Questa divergenza, a meno di importanti inversioni di rotta da parte della comunità internazionale, persisterà a lungo e potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi e anni, anche a causa della condizione geopolitica.
A differenza di molti Paesi sviluppati, i Paesi in via di sviluppo faticano a riprendersi dai due anni di pandemia, e questo potrebbe riportare dieci anni indietro gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il 60% dei Paesi più poveri del mondo è ad alto rischio di sofferenza del debito, a causa di tassi di interesse elevati (il tasso di interesse sul debito, infatti, è del 14%, quasi il quadruplo rispetto ai Paesi sviluppati, dove si aggira attorno al 3,5%). Inoltre le entrate fiscali sono diminuite a causa del rallentamento dell’attività economica e molti Paesi sono stati costretti a tagliare le spese in aree fondamentali per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, per esempio l’istruzione e gli investimenti pubblici.
Dal Rapporto emergono chiaramente le indicazioni da seguire: affrontare le carenze finanziarie e l'aumento dei rischi legati al debito; allineare i finanziamenti allo sviluppo sostenibile e infine, favorire la trasparenza e l’informazione sull’utilizzo delle risorse.
Prima di tutto è necessario migliorare l’accesso ai finanziamenti internazionali, prevenendo la corruzione, mitigando i rischi di investimento e abbassando il costo del prestito sia per gli attori pubblici che privati.
Resta poi prioritario affrontare la crisi climatica, con una transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio, capace di rendere più sostenibile anche la finanza pubblica e privata. Assegnare un prezzo alle emissioni di carbonio e smettere di finanziare i combustibili fossili, sono strumenti che, associati a leggi efficaci ed efficienti, possono promuovere un'economia più sostenibile. I Paesi, quindi, dovrebbero accelerare gli investimenti nella transizione energetica sostenibile, soprattutto alla luce degli attuali prezzi dei combustibili fossili.
Secondo il Rapporto, infine, è necessario migliorare l’informazione, l’accesso ai dati e la trasparenza. Le agenzie di rating del credito, ad esempio, potrebbero fornire informazioni agli investitori operando una chiara distinzione tra componenti basate su modelli e componenti discrezionali dei rating sovrani. Potrebbero anche essere sviluppati rating sovrani a lungo termine che considerino, nelle loro metodologie di valutazione, processi in corso come i percorsi di transizione climatica. La trasparenza nel finanziamento del debito, continua il Rapporto, è essenziale per una gestione efficace del debito stesso. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione offrono un’opportunità unica per colmare le lacune presenti in questo settore nei Paesi in via di sviluppo, promuovendo quindi una piena attuazione dell’Agenda di Addis Abeba.
Tags:
POINTs: Assogas
22 Giugno 2022Potrebbero interessarti ...
Governance e normativa, le Voci del Salone CSR
8 Novembre 2024Zero Carbon Target: meno CO2 per un futuro sostenibile
29 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!