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Lo rivela un’indagine condotta e presentata da IR TOP Consulting – Osservatorio Euronext Growth Milan (EGM) e LIUC – Università Cattaneo lo scorso maggio. Mancano quattro anni all’obbligo della dichiarazione non finanziare per le PMI, ma solo il 30 per cento ha dichiarato di intervenire con costanza sulle informative dedicate ad aspetti ambientali e di governance. È complice l’assenza di standard uniformi.
Dal 25 ottobre 2021 i mercati equity di Borsa Italiana hanno cambiato denominazione. Per fare qualche esempio, il Mercato Telematico Azionario (acronimo MTA) è diventato Euronext Milan (nuovo acronimo EXM), il Segmento STAR (acronimo STAR) è diventato Euronext STAR Milan (nuovo acronimo STAR), il mercato AIM Italia (acronimo AIM) è diventato Euronext Growth Milan (nuovo acronimo EGM). Quest’ultimo coinvolge le aziende dello small business, cioè le PMI dinamiche, dall’elevato potenziale di crescita, interessate a raccogliere capitale attraverso la quotazione in borsa. Queste stesse imprese sono già consapevoli dell’importanza di integrare le tematiche ESG alla propria attività finanziaria e conseguenzialmente della prossima necessità di adottare un bilancio di sostenibilità. Dal 2026 - ricorda Etica SGR - la dichiarazione non finanziaria (DNF) sarà infatti obbligatoria anche per le PMI quotate, in base ad un pacchetto Corporate Sustainability Reporting Directive approvato ad aprile 2021 dalla Commissione Europea. Nel frattempo, spiega la LIUC - Università Cattaneo, non ci sono ancora criteri che indicano quali informazioni debbano obbligatoriamente trasmettere le PMI in tema di informativa ESG, un silenzio normativo che rischia di allontanare “offerta di finanza sostenibile” dalla “domanda” di prodotti finanziari ESG avanzata dagli investitori. Analizzando le dinamiche di questa evidenza IR TOP Consulting – Osservatorio Euronext Growth Milan (EGM) e LIUC – Università Cattaneo hanno condotto uno studio sulle attuali informativa ESG osservando la specifica prospettiva degli investitori. L’indagine ha coinvolto tutti gli operatori istituzionali attivi sul mercato EGM, con un tasso di rispondenza di circa il 40% in termini assoluti e di quasi il doppio in termini di ammontare investito. Ecco alcuni risultati.
Il 90 per cento degli intervistati ha dichiarato di tenere conto dell’informativa legata agli aspetti ambientali e di governance nelle decisioni di investimento, ma solo il 35% dichiara di farlo con costanza. Il 70% valuta o richiedere alle aziende partner, in assenza di una esaustiva informativa ESG, altri parametri di natura ambientale, sociale e di governance ai fini della scelta di investimento. Secondo ancora la ricerca presentata a Castellanza (VA), negli ultimi anni il numero delle PMI quotate su Euronext Growth Milan che rendiconta i temi ESG attraverso il Bilancio di Sostenibilità è più che raddoppiato. Le principali proposte che gli investitori hanno evidenziato per un miglioramento dell’informativa degli Emittenti, riguardano l’allineamento agli obiettivi della EU Taxonomy, la definizione di standard di report ESG che consentano una più immediata consapevolezza per una più semplice comparazione settoriale e l’adozione di criteri di misurazione standardizzati volti a facilitare confronti omogenei che soddisfino il criterio della materialità. Infine, relativamente ai trend futuri emerge che le tematiche prioritarie nella valutazione degli investimenti saranno legate al cambiamento climatico (73%), all’economia circolare e alle questioni sociali quali la diversity e l’inclusione (48%) e alla catena di approvvigionamento (25%).
Sono statistiche e tendenze presentate durante il convegno “Informativa ESG e mercato dei capitali: il gap da colmare” dal professore Ordinario di Contabilità e Bilancio della LIUC – Università Cattaneo Alessandro Cortesi e la CEO & Founder di IR Top Consulting la Anna Lambiase.
Molte aziende tradiscono ancora le aspettative degli investitori. Tematiche legate agli obiettivi ambientali (accordo di Parigi e Green Deal) sono poco presenti nelle informative, così come sono poco complete le informazioni sull’utilizzo di risorse energetiche, indicazione sulla gestione del ciclo dei rifiuti o l’emissione di anidride carbonica nell’ambiente. Per la dimensione sociale, quali welfare, rispetto dei diritti umani, politiche per la protezione dei dati, diversità e inclusione, formazione e salute, solo informative su formazione e sicurezza hanno fatto osservare maggiore completezza. Le performance possono essere migliorate, ma l’assenza di standard uniformi per la realizzazione dei rapporti ESG pesa anche sulle imprese del mercato Euronext Growth Milan.
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