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In una relazione adottata il 17 maggio dalla Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, il Parlamento europeo ha chiesto che il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (di seguito il CBAM, Carbon Border Adjustment Mechanism) sia applicato ad altri prodotti.
Le richieste del Parlamento europeo
Gli europarlamentari nella relazione del 17 maggio hanno chiesto l’estensione del CBAM ad altri prodotti quali alluminio, idrogeno, polimeri e prodotti chimici organici oltre a ferro e acciaio, raffinerie, cemento, prodotti chimici organici di base e fertilizzanti e alle emissioni indirette. Gli eurodeputati vorrebbero inoltre che il CBAM fosse implementato più rapidamente, dal 1° gennaio 2023, con un periodo di transizione di due anni ed esteso a tutti i settori dell'ETS entro il 2030. Nella stessa sede è stato chiesto di utilizzare i proventi generati dalla vendita dei certificati Meccanismo come nuova fonte di entrata per il bilancio dell'UE e che l'equivalente in valore finanziario dei ricavi generati dal CBAM, sia destinato ai paesi meno sviluppati per aiutare con la decarbonizzazione del comparto manufatturiero.
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Il CBAM è una tassa sul carbonio che verrà applicata probabilmente a partire dal 2026 alle importazioni di alcuni beni provenienti paesi non facenti parti dell'Unione Europea. Scopo del CBAM è fissare un prezzo del carbonio ed evitare il fenomeno del carbon leakage, ossia la delocalizzazione all’estero delle imprese europee e delle relative emissioni. Attualmente esistono due differenti sistemi di attribuzione del prezzo al carbonio: il sistema ETS (Emission Trading Scheme) e il sistema di scambio di scambio delle quote di carbonio. Secondo quanto stabilito dall’attuale Sistema ETS, le centrali elettriche e le industrie devono acquistare un permesso per ogni tonnellata di CO2 che producono; il prezzo di tali permessi è basato dalla logica di mercato della domanda e dell'offerta. A causa dell'ultima crisi economica e di eventi sociopolitici che interessano il Pianeta, la domanda di permessi risulta essere diminuita e, di conseguenza, il loro prezzo; il costo dei permessi ha raggiunto una soglia talmente bassa da scoraggiare le aziende nell’investire in tecnologie verdi. Il CBAM rientra in una serie di norme quali il “Fit for 55” il pacchetto di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli raggiunti nel 1990. Entro il 2030, il CBAM dovrebbe interessare i settori dell'energia e quelli industriali ad alta intensità energetica, che insieme contribuiscono al 94% delle emissioni industriali dell'Unione europea.
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