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Per la rubrica "L'angolo del Comitato Scientifico", dedicata a commenti e approfondimenti di natura istituzionale e aziendale, pubblica e privata, oggi viene pubblicato il contributo di Maurizio Davolio, Presidente Associazione Italiana Turismo Responsabile.
La rigenerazione urbana costituisce certamente un obiettivo che in primo luogo riguarda gli abitanti delle città, in quanto influisce positivamente sulla qualità della loro vita; tuttavia, può essere considerata in uno spettro più ampio che include anche i visitatori della città, i turisti, gli ospiti, che spesso oggi vengono definiti cittadini temporanei. Nell’accezione ampia di rigenerazione urbana rientrano azioni che producono contemporaneamente vantaggi sia per le comunità residenti che per i turisti: migliorano la qualità della vita e insieme arricchiscono e migliorano l’accoglienza e l’ospitalità. Realizzazione di parchi, giardini e isole pedonali, aumento del verde pubblico, creazione di percorsi pedonali e piste ciclabili che consentono anche il collegamento con pregevoli aree rurali e interne, miglioramento dell’arredo urbano, recupero di aree degradate, gestione efficiente dei rifiuti, misure per il risparmio nel consumo dell’acqua, ricorso a fonti di energia rinnovabile, trasporto pubblico con mezzi elettrici o ibridi, disponibilità di biciclette, adozione di buone pratiche per l’accessibilità sempre ed ovunque sono tra le azioni adottate più spesso. A ciò si aggiungono parecchie iniziative per favorire e sostenere iniziative culturali anche di quartiere, mercatini, festival, spettacoli, anche attraverso il recupero alla fruizione pubblica di immobili abbandonati, spesso di origine industriale.
Nello stesso tempo le città, in particolar modo quelle afflitte da fenomeni di overtourism, ripensano le proprie politiche turistiche e di promozione, valorizzano aree periferiche collocandovi le nuove iniziative culturali, puntano alla destagionalizzazione offrendo calendari di eventi in tutte le stagioni, diventano attraenti tutto l’anno. In tale occasione vanno sottolineati anche altri aspetti di particolare interesse. Queste politiche di rigenerazione, orientate alla sostenibilità, creatività e accessibilità, sono sempre il risultato di percorsi condivisi e non di una pur meritevole iniziativa solitaria di amministrazioni intelligenti e sensibili. Sono il frutto di consultazioni partecipate, di gruppi di lavoro, comitati, commissioni cui partecipano i rappresentanti non solo dell’industria turistica, ma anche dell’associazionismo del terzo settore, delle Università, delle scuole, spesso anche dei comuni cittadini che desiderano portare il loro contributo di idee. Le procedure partecipative appena descritte producono risultati molto significativi: fanno emergere idee nuove, a volte anche sorprendenti; creano consenso nella comunità; di certo facilitano la messa in pratica di tutte le azioni decise in quanto preventivamente condivise; favoriscono l’impegno per la loro realizzazione.
In merito all’adozione di politiche attente al territorio, inteso quest’ultimo nella sua accezione più ampia, nonché di realizzazione di piani di rigenerazione urbana non può negarsi che siano state pioniere in tal senso le città dei Paesi del Nord Europa. Attualmente però assistiamo ad una consapevolezza maggiore e diffusa in tutto il continente. A tal proposito preme sottolineare difatti come il premio di Capitali Europee del Turismo Intelligente del 2022 è stato attribuito ad una città francese (Bordeaux) e ad una spagnola (Valencia). L’adozione di buone pratiche di sostenibilità genera una pluralità di effetti sotto più aspetti: migliora la vita degli abitanti, accresce l’attrattività di una destinazione rendendola più competitiva sul mercato e fa in modo che i turisti siano considerati una vera e propria risorsa per il territorio.
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