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La Fondazione per la Sostenibilità Digitale, presieduta da Stefano Epifani, ha comunicato qualche settimana fa la creazione del Digital Sustainability Index (DiSi), un indice sviluppato per misurare la sostenibilità digitale di persone, organizzazioni, territori.
Il Digital Sustainability Index: gli italiani e la propensione al digitale
Il DiSi è stato creato dall’Istituto Piepoli per la Fondazione per la Sostenibilità Digitale. La prima applicazione pratica del DiSi è stata fatta per misurare la sostenibilità delle regioni italiane e realizzata attraverso 3600 interviste quantitative. La regione più virtuosa è risultata essere il Trentino-Alto Adige, mentre Marche, Piemonte e Toscana si sono collocate tra le ultime posizioni.
Il DiSi è in grado di misurare tre elementi differenti:
- il livello di digitalizzazione di un soggetto:
- il livello di sostenibilità, ossia il rapporto tra consapevolezza sul tema nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale ed i conseguenti atteggiamenti e comportamenti;
- il livello di sostenibilità digitale: l’attitudine del singolo ad utilizzare le tecnologie digitali come strumenti a supporto della sostenibilità.
I risultati emersi dal Disi: i quattro profili degli italiani
Sulla base delle interviste realizzate, sono state individuate 4 tipologie differenti di Italiani:
- i sostenibili digitali (26% degli italiani): coloro che hanno atteggiamenti e comportamenti sostenibili ed utilizzano gli strumenti digitali e sono collocati prevalentemente in grandi centri urbani nel Nord est e nel Centro Italia;
- i sostenibili analogici (18% degli italiani): coloro che hanno atteggiamenti e comportamenti sostenibili ma non utilizzano gli strumenti digitali e sono situati in n piccoli centri urbani del Nord e del Centro Italia;
- gli insostenibili digitali (25% digitali): coloro che hanno atteggiamenti e comportamenti non orientati alla sostenibilità ma utilizzano gli strumenti digitali e vivono in grandi centri urbani nelle regioni del Nord Ovest, del Sud e nelle Isole;
- gli insostenibili analogici (31%) : coloro che hanno atteggiamenti e comportamenti non orientati alla sostenibilità e non utilizzano strumenti digitali e abitano in piccoli e medi centri urbani del Sud e Isole.
Funzione del DiSi dunque è quella di aiutare le Pubbliche Amministrazioni nel sensibilizzare i cittadini ad un uso maggiormente consapevole degli strumenti digitali e all’assunzione di comportamenti sostenibili ad esso collegati.
Si segnala inoltre che il 15 marzo scorso la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha comunicato di aver pubblicato un manuale per gli sviluppatori software sulle migliori pratiche da adottare per un processo di sviluppo software sostenibile ambientalmente, economicamente e socialmente.
Cos’è e da chi è composta la Fondazione per la Sostenibilità Digitale
La Fondazione per la Sostenibilità Digitale è la prima fondazione di ricerca italiana riconosciuta per la sostenibilità digitale. La Fondazione è costituita da un gruppo eterogeneo di esperti indipendenti, istituzioni, imprese e università. Tra i soci della Fondazione si menzionano Aci Informatica, Cisco, Confcommercio, ENI, Fattoria Creativa, Fincons Group, DNV, Etna HiTech, Enel Foundation, Gruppo CAP. Tra gli aderenti del settore accademico invece fanno parte della Fondazione: l’Università Sapienza di Roma, l’Università di Pavia, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
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