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L’istituto di via Nazionale continua ad investire nella ricerca sui rischi ambientali e nel sostegno alla finanza sostenibile, fondamentale nell'influenzare la transizione verso un'economia a basse emissioni
Anche le banche centrali, al pari delle principali istituzioni finanziarie internazionali, hanno abbracciato la svolta verde e si chiedono dunque non più se supportare la transizione energetica, ma come farlo, cercando allo stesso tempo di capire come mitigare l’impatto dei disastri climatici provocati dal surriscaldamento del pianeta sui prezzi e sulla stabilità finanziaria. Lo ha confermato Piero Cipollone, vice direttore generale della Banca d'Italia, intervenendo al convegno "Second Digital Day. At the roots of sustainability. Die jurnada globalny de les liberties tecnologiche para a digital humanismus”, organizzato dall'Università di Firenze.
La transizione ecologica verso Net Zero, ovvero quella situazione in cui le attività all'interno della value chain di un'azienda non comportano più alcun impatto sul clima dovuto alle emissioni di carbonio, ha detto Cipollone, è condivisa dagli intermediari finanziari, dalle imprese e dalle autorità di vigilanza. “L’evoluzione dei sistemi gestionali verso criteri di maggiore trasparenza e orizzonti temporali più lunghi richiede una condivisione più ampia di informazioni e una rafforzata relazione banca-impresa. Da un lato, gli intermediari finanziari sono chiamati a stimolare le imprese in questo percorso; dall'altro, le aziende devono dimostrare di essere delle compagne di viaggio affidabili. La relazione deve quindi fondarsi, ancor più che nel passato, sulla fiducia e sulla conoscenza reciproca".
Il settore finanziario, è il ragionamento di Cipollone, dato il suo ruolo fondamentale nell'allocazione del capitale, può essere fondamentale nell'influenzare la transizione verso un'economia a basse emissioni. Pertanto, le banche e gli altri intermediari finanziari “dovrebbero includere la sostenibilità nei loro processi decisionali di investimento, favorendo un approccio lungimirante in cui i rischi e le opportunità legate alla sostenibilità siano pienamente valutati”. Per indirizzare l'economia verso sentieri di sviluppo sostenibili, “è essenziale che le banche garantiscano corrette condizioni di accesso al credito bancario, assistendo le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni, nei loro progetti con nuova finanza e con nuovi servizi di consulenza, integrando progressivamente i criteri di valutazione del merito creditizio con indicatori di sostenibilità. Tutti dovranno fornire il proprio contributo: occorrono determinazione, chiarezza di obiettivi ma al contempo gradualità e pragmatismo".
In questo scenario la Banca d'Italia è da tempo impegnata nella ricerca sui rischi ambientali e nel sostegno alla finanza sostenibile. “L’inclusione dei criteri ESG mira rafforzare la responsabilità sociale delle imprese, generare effetti positivi sull'ambiente socio-economico e, allo stesso tempo, migliorare la gestione del rischio finanziario e reputazionale”. L’istituto di via Nazionale continuerà a lavorare in futuro in questa direzione “nel dibattito regolamentare internazionale, nelle attività di supervisione e nelle più ampie iniziative sulla sostenibilità ambientale che sono in corso anche a livello di banca centrale”, intensificando infine le attività di supervisione sui rischi climatici.
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