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Il contributo è stato realizzato da Rosa Garcia-Verdugo dell’European Science Communication Institute (ESCI) ed ha come tema Innoveas - un progetto europeo che si propone di aiutare le aziende del settore migliorando la loro performance attraverso audit energetici specifici.
La produzione agroalimentare è fondamentale, ma ha anche un impatto climatico importante. Ora, un progetto europeo promette di rendere le PMI più ecologiche e competitive entro il 2050.
Anche in questo presente così ossessivamente concentrato sulle questioni ambientali, è molto raro che ci si fermi a pensare all’impatto ambientale di qualcosa di così semplice e innocuo come il sandwich che abbiamo mangiato a pranzo. Eppure, anche un prodotto così comune e quotidiano può avere un impatto importante sull’ambiente.
La produzione alimentare vale infatti da sola il 30% del consumo energetico globale e circa il 37% dei gas serra emessi in atmosfera. Tale questione è ora al centro di Innoveas, un progetto europeo che si propone di aiutare le aziende del settore migliorando la loro performance attraverso audit energetici specifici. Un audit energetico è sostanzialmente una diagnosi dell’efficienza energetica di un’azienda fatta attraverso una procedura standardizzata europea. Serve a comprendere i propri consumi, da quali fattori dipendono e come sono ripartiti. Da qui è poi possibile definire gli interventi di miglioramento e valutarne la convenienza economica in termini di costo-beneficio.
Innoveas offre proprio questo, attraverso un’attività di training e di informazione che viene fornita gratuitamente dagli esperti del progetto a circa 800 PMI in cinque paesi diversi (Germania, Italia, Polonia, Slovenia e Spagna). Inoltre, il progetto non riguarda solo l’industria agroalimentare, ma anche quella chimica ed edilizia.
Uno dei collaboratori di lunga data di Innoveas è l'azienda francese Bonduelle, produttrice di conserve vegetali dal 1926. Per lo stabilimento di San Paolo d'Argon, nella provincia di Bergamo, l'efficienza energetica è stata una priorità sin dalla sua nascita, nel 2010, ed è oggi una routine grazie alla sua certificazione ISO50001 ottenuta nel 2016. Nella sede lombarda, l'azienda si è concentrata soprattutto sull'attuazione di interventi di gestione e formazione che garantissero una piena partecipazione da parte dei dipendenti. “Il nostro personale è stato coinvolto direttamente nella discussione sul miglioramento dell’efficienza energetica,” spiega Claudio Ubiali, responsabile tecnico dello stabilimento. “E i feedback sono stati molto incoraggianti, soprattutto grazie ai risultati raggiunti.” Bonduelle punta adesso a ottenere la certificazione B Corp sulla base delle proprie performance ambientali e sociali entro il 2025.
Un simile percorso è stato intrapreso anche da altre aziende, come la tedesca Ensinger o la spagnola Juan José Albarracín. Indipendentemente dall'avanzamento nel processo di attuazione, tutte queste PMI hanno dovuto affrontare problemi simili, principalmente legati alle preoccupazioni sul costo degli investimenti iniziali in termini di denaro, tempo e risorse umane. Nonostante questo, i risultati sono evidenti, dalla riduzione dei costi operativi, al riconoscimento di certificazioni – come quella ISO.
Altro punto importante è il supporto esterno, in particolare nelle fasi iniziali. Al momento, nessuna rete specifica di PMI è ancora focalizzata su questo tema. Ma come conferma Luisa Sileni, coordinatrice del progetto, anche questo sta per cambiare. “Nelle prossime settimane, il consorzio Innoveas lancerà la ‘Business Alliance for Climate and Sustainable Energy,’ una rete di stakeholder che supporterà le imprese europee nell'adozione di pratiche a emissioni zero entro il 2050. Questa alleanza è uno dei risultati più importanti del nostro progetto triennale, in quanto offre rete e supporto alle aziende più piccole."
La transizione verde non è un percorso veloce o facile, ma come questa esperienza insegna, può portare a vantaggi sia per l’azienda che per la società.
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