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Il consiglio Economia e finanza (Ecofin) ha approvato un primo testo di accordo sull’imposizione di una tassa sulle emissioni di CO₂ legata all’importazione di alcune merci.
Il testo approvato dall’Ecofin è una prima bozza del testo definitivo, che dovrebbe essere approvato il prossimo 14 luglio. La nuova misura, detta carbon border adjustment mechanism, colpirà a partire dal 2026 l’importazione di acciaio, cemento, ferro, fertilizzanti, alluminio ed elettricità da paesi con standard climatici più bassi di quelli europei, con delle deroghe per evitare di penalizzare i paesi più poveri. Gli importatori dovranno pertanto pagare un supplemento in base al contenuto di carbonio dei loro prodotti, così da riflettere i costi che un produttore europeo dovrebbe affrontare se inquinasse nello stesso modo. Gli obiettivi principali sono due: ridurre un’eccessiva concorrenza da parte di paesi meno attenti alla sostenibilità ed evitare che industrie europee delocalizzino la produzione in Paesi con standard ambientali più permissivi. Il testo del regolamento fissa una procedura standard per calcolare le emissioni considerando sia quelle dirette sia quelle indirette. Le prime sono definite come quelle coinvolte nel processo di produzione “su cui il produttore ha il controllo diretto, comprese le emissioni derivanti dalla produzione di riscaldamento e raffreddamento consumate durante il processo produttivo”. Le seconde invece comprendono le emissioni che derivano dall’ “elettricità consumata durante il processo produttivo della merce”.
La nuova tassa rientra nell’ambizioso pacchetto di politiche europee sui cambiamenti climatici Fit for 55, progettato per ridurre le emissioni di oltre la metà entro il 2030 rispetto ai dati del 1990. La nuova carbon tax dovrebbe far sì che la riduzione delle emissioni europee contribuisca a un calo delle emissioni a livello globale, oltre a incoraggiare l'industria extra UE ad adottare provvedimenti che vadano nella stessa direzione.
“Si tratta di un importante passo avanti nella battaglia contro i cambiamenti climatici”, ha affermato il ministro francese delle Finanze Bruno Le Maire dopo la riunione a Bruxelles, aggiungendo che una “grande maggioranza” ha sostenuto l’accordo. Non tutti però sono di questo avviso: un organismo delle Nazioni Unite ha infatti stimato che, con un adeguamento degli scambi di carbonio di 44 dollari a tonnellata, le emissioni diminuirebbero solo di 27 milioni di tonnellate, corrispondenti appena allo 0,1% del totale.
Già nel 2023 dovrebbe entrare in vigore un primo periodo di transizione in attesa dell’approvazione definitiva da parte del Parlamento europeo. Durante questo periodo, dal 2023 al 2025, l'UE si limiterà a monitorare le informazioni comunicate dalle società sulle loro emissioni. Solo a partire dal 2026 inizierà a essere applicata la tassa vera e propria.
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13 Aprile 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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