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Lo scorso 23 febbraio la Commissione europea ha condiviso il Final Report on Social Taxonomy rivolto a investitori attenti alla produzione di effetti positivi sul mercato e non solo orientati agli utili. Da decidere se affiancherà o ingloberà la Tassonomia verde, sono cinque gli step per sviluppare il programma.
Lo scorso 23 febbraio la Commissione europea ha condiviso il Final Report on Social Taxonomy - nuovi indicatori per la Tassonomia sociale - indirizzato a investitori attenti alla produzione di effetti positivi sul mercato e non solo orientati agli utili. Il capitale pubblico e privato, infatti, può essere indirizzato verso attività dal valore sociale rilevante, con la volontà di non trascurare il rispetto dei diritti umani anche nel settore della finanza. Sui nuovi indici peserà probabilmente l’incognita della guerra in Ucraina, ma come è già accaduto con la Tassonomia verde, è stato necessario definire chiaramente cosa costituisce un investimento sociale.
Clicca qui per approfondire!Quando nel 2020 il Parlamento europeo ha approvato il Green Deal, obiettivi come l’azzeramento dell’emissione dei gas serra entro il 2050 o l’inclusione sociale hanno attivato capitali importanti (l’OCSE stima investimenti aggiuntivi per 630 miliardi di dollari l'anno in tutto il mondo per ottenere il 66% di possibilità di limitare l'aumento della temperatura sulla superficie terrestre a meno di 2 gradi). Nel rapporto sulla Tassonomia sociale è evidenziato, inoltre, un enorme bisogno di investimento nella sostenibilità sociale per raggiungere i SDG (Sustainable Development Goal) delle Nazioni Unite (necessari 2,5-3 trilioni di dollari a anno). Infine, sono previsti importanti investimenti per cercare di contrastare la povertà - ritenuta il problema per antonomasia all’interno della società europea -, per lo sviluppo delle competenze dei lavoratori e investimenti in tecnologie e comunicazione (produttività aziendale). Anche l’investimento sociale prevede un rischio patrimoniale, per questo l’Europa ha avviato la scrittura della Tassonomia sociale. Verrà costruita in step, ricalcando il percorso già avviato per la Tassonomia verde.
Come per la mitigazione dei cambiamenti climatici è applicata la metodologia di selezione delle attività basata sui settori NACE (Nomenclatura generale delle Attività economiche nelle Comunità Europee) ad alte emissioni, in modo simile, nella Tassonomia sociale, si propone la "fazione degli impatti negativi" selezionando settori NACE ad alto rischio. Il punto di partenza resta la definizione di obiettivi sociali, degli obiettivi raggiungibili e infine l’elaborazione di una serie di criteri che permetteranno di applicare il principio di “non arrecare alcun danno significativo”. In definitiva - si legge nel rapporto sulla Tassonomia sociale - la nuova programmazione dovrà possedere finalità di salvaguardia socio-ambientali minime, anche in ottica di una possibile combinazione con la Tassonomia verde.
Questi i cinque passi previsti dalla Piattaforma della finanza sostenibile per avviare lo sviluppo della Tassonomia sociale:
- chiarire le garanzie minime nella fase di studio preliminare;
- condurre uno studio sugli impatti di una tassonomia sociale considerando diverse opzioni per applicazione e contesti;
- elaborare una logica per dare priorità a obiettivi e sotto-obiettivi
- agire in maniera prioritaria su questi obiettivi;
- definire i criteri di contributo sostanziale e i DNSH (Do not significant harm) per lavorare sui primi obiettivi e settori.1
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