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Approvate negli USA le norme per obbligare le aziende quotate in borsa a rendere note le proprie emissioni: si inizia nel 2023, incerta la roadmap.
Nella giornata del 21 marzo la SEC statunitense, organismo di controllo della borsa valori paragonabile alla CONSOB italiana, ha informato il pubblico di stare vagliando una serie di proposte per la rendicontazione delle emissioni di gas serra delle compagnie quotate nella borsa americana, che per la prima volta potranno essere obbligate ad una rendicontazione del proprio impatto ambientale, con un vero e proprio bilancio delle emissioni stilato e certificato da terze parti.
La proposta arriva dalla componente democratica della commissione, che, in una nota dal titolo “ripararsi dalla tempesta, come aiutare gli investitori a navigare tra i rischi del cambiamento climatico”, delinea le proposte metodologiche per il controllo delle emissioni di entità corporate quotate in borsa, delineando 3 principali pilastri d’azione per una finanza più consapevole:
- Il primo punto impone di creare un framework di rendicontazione, compatibile con lo standard fiscale in uso, che includa informazioni sull’impatto materiale del cambiamento climatico sul business di ogni azienda;
- il secondo consiste nell’ imporre l’obbligo, ad ogni società quotata, di rendere pubbliche le metriche relative al calcolo del proprio impatto ambientale e quelle relative ai rischi derivanti dal cambiamento climatico per la tenuta del business aziendale;
- il terzo pilastro è l’entrata in vigore dell’obbligo di includere nei bilanci di ogni società una dichiarazione certificata sulle proprie emissioni di gas serra.
La visione dei democratici è stata approvata dal board dell’agenzia, che non ha ancora rivelato il piano di azione per l’attuazione complessiva delle nuove norme, che diverranno progressivamente operative dall’anno fiscale americano 2023/2024 (e probabilmente entreranno in regime di piena applicazione solo tra alcuni anni). L' annuncio non riguarda soltanto le compagnie americane, bensì tutte le società, anche straniere, i cui titoli vengono scambiati sulla piazza statunitense. Vista la vastità delle aziende e delle operazioni coinvolte (gli USA sono il primo paese al mondo per scambi sui mercati finanziari) le nuove misure SEC avranno certamente un impatto sui mercati finanziari globali.
Secondo le dichiarazioni ufficiali, le norme dovrebbero escludere unicamente le aziende “piccole e piccolissime” che volessero entrare sui mercati finanziari, al fine di non vincolarne la possibilità di quotarsi liberamente; tuttavia, si stanno già levando proteste dagli esponenti della politica americana contrari ad una eccessiva regulation delle transazioni di borsa. I gruppi ambientalisti di Washington hanno invece applaudito l’approvazione della nota, auspicando una ancor più stretta regolamentazione negli anni a venire, in particolare per quanto riguarda le emissioni causate dalle aziende “terze”, appaltatrici o a contratto nei grandi processi produttivi, che con le norme proposte non sarebbero soggette ad alcuna rendicontazione da parte dei gruppi appaltanti.
Le linee guida per le nuove disposizioni ricalcano le norme Europee in ambito di controllo finanziario sulle grandi aziende, recentemente aggiornate, e quelle sulla finanza sostenibile, approvate l’anno scorso dall’UE e recentemente definite nella nuova roadmap. Contemporaneamente, altri grandi centri finanziari globali, tra cui la Svizzera ed Hong Kong, si stanno muovendo verso una regolamentazione più serrata del climate risk reporting delle compagnie che operano sui loro mercati.
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