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Per la rubrica "L'angolo del Comitato Scientifico", dedicata a commenti e approfondimenti di natura istituzionale e aziendale, pubblica e privata, oggi viene pubblicato il contributo di Maurizio Davolio, Presidente Associazione Italiana Turismo Responsabile
Panoramica delle esperienze di turismo responsabile in Italia
Per l’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) tutto il turismo dovrebbe, sia pure gradualmente e forse parzialmente, evolvere nel senso della sostenibilità e della responsabilità. In altre parole, non dovrebbe restare un fenomeno di nicchia, marginale in termini di dimensioni. Per questa ragione AITR fin dagli inizi (1998) ha cercato il dialogo con l’industria turistica mainstreaming e con le amministrazioni pubbliche, che possono giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo turistico sostenibile dei territori di loro competenza.
Le esperienze maturate dai soci organizzatori di viaggi o operatori turistici aderenti ad AITR non hanno mai avuto la pretesa di rappresentare interamente o di esaurire le potenzialità del turismo responsabile, si sono sempre configurate e attualmente si configurano come modelli di ispirazione, come paradigmi di riferimento.
In Italia sono state avviate con successo esperienze di turismo di comunità mutuate, nei loro principi e nelle loro pratiche, da esperienze realizzate in altri paesi del mondo; nel turismo di comunità l’intera popolazione spesso associata in cooperativa (Valle dei Cavalieri, Briganti di Cerreto) può essere coinvolta nell’offerta di ospitalità; non soltanto coloro che offrono alloggio, ristorazione trasporto o servizio di guida, ma anche agricoltori, allevatori, artigiani, pescatori, associazioni culturali, autorità religiose, intellettuali, artisti. Agli ospiti vengono offerte opportunità di incontro, narrazione, esperienze che rendono il viaggio più ricco di contenuti, mentre l’intera comunità può trarre beneficio anche economico.
Il progetto Migrantour ha consentito il coinvolgimento delle comunità degli immigrati e delle diaspore attraverso la formazione di “guide” che accompagnano gli ospiti nella visita ai quartieri di insediamento immigratorio, nei luoghi di culto, nelle botteghe e negozi di generi alimentari, nelle sedi delle associazioni culturali e di assistenza. Visite che favoriscono la mutua comprensione e il superamento di stereotipi e di pregiudizi.
Ad AITR aderiscono le cooperative che gestiscono con finalità turistiche beni confiscati alla criminalità organizzata (Addio Pizzo Travel, Goel, Palma Nana). Gli ospiti hanno l’opportunità di visitare i luoghi, di incontrare i protagonisti di un’attività basata sul rispetto della legalità e orientata alla creazione di lavoro onesto nel turismo, di ascoltare la narrazione di un’esperienza coraggiosa e impegnativa.
Altri soci propongono turismo naturalistico associato ad azioni di educazione ambientale (Atlantide, Cogecstre), rivolto in particolare al mondo della scuola; iniziative di sviluppo turistico montano che escludono la realizzazione di impianti di risalita (NaturValp); gestioni di ostelli con fortissimo radicamento sociale nelle comunità locali (Ballarò); percorsi di visita alternativa e fortemente identitaria di città turistiche (Vivo Venetia); forme di turismo a piedi o in bicicletta per evitare o ridurre al minimo l’utilizzo di mezzi a motore (Jonas, Walden); promozione del turismo nei borghi alla ricerca dell’autenticità locale (Borghi Autentici d’Italia); valorizzazione delle ferrovie storiche e turistiche (la rete A.MO.DO); proposte di soggiorni in strutture ricettive certificate con marchi di sostenibilità (ICEA, Legambiente); organizzazione di eventi nell’ambito del Festival IT.A.CA, il più grande festival di turismo responsabile al mondo.
La panoramica è ampia e cresce progressivamente; anche l’industria turistica convenzionale vi si sta avvicinando nel quadro di una costante e benaugurante crescita della sensibilità di tutta la popolazione per il rispetto dell’ambiente.
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