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Organizzato dal M5S il convegno sullo stato del riciclaggio in Italia: secondo Conte i numeri sono promettenti, ma si deve migliorare, le imprese e organi tecnici denunciano carenza di impianti e poca coordinazione a livello UE.
In occasione della giornata mondiale del riciclo del 18 marzo, si è svolto in Senato il convegno "Giornata mondiale del Riciclo - l'economia circolare nell'era della crisi energetica", promosso dalla Senatrice Patty L'Abbate del Movimento 5 Stelle. Il convegno, alla presenza del presidente del M5S Giuseppe Conte, della sottosegretaria al MITE Ilaria Fontana, di esponenti delle commissioni ambiente e industria del Senato, oltre che ai presidenti di ASSOFERMET, UNIRIMA e ASSORIMAP, e a diversi esperti di ISPRA, ICESP ed alcuni sindaci del M5S, ha voluto fare il punto sulla situazione italiana e sulle principali criticità del settore.
Conte ha sottolineato come l’Italia sia un Paese all’avanguardia nella gestione dei rifiuti, superando quasi del 10% la media europea nel tasso di riciclaggio (68% contro 57% in UE) e come il tasso di uso circolare dei materiali si attesti nel nostro paese al 19% contro una media europea dell’11,3%. Ha inoltre ricordato la recente approvazione di un emendamento volto ad inserire la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nella carta costituzionale, segno dell’importanza ormai chiara a tutti delle tematiche di tutela ambientale.
Unanime da Conte e dai senatori presenti l’appello ad una maggiore incisività, in Italia e in Europa, dell’approccio normativo, che risulta ancora carente nelle tematiche del riconoscimento europeo delle certificazioni “end of waste” per l’utilizzo delle materie prime “seconde” derivanti da processi di riciclaggio e per la creazione di mercati comuni per lo sbocco dei prodotti del riciclaggio, che in alcuni paesi risultano ancora non facilmente commercializzabili in quanto catalogati come sottoprodotti del trattamento dei rifiuti.
Da Assorimap, Unirima e Assofermet, consorzi di imprese del riciclaggio di materiali plastici, carta e metalli, arriva la denuncia dell’assenza in Italia di norme atte ad incentivare l’innovazione nel settore del riciclaggio, con il rischio di perdere l’efficienza nel settore e il rischio di aumento dei costi per le industrie collegate al riutilizzo delle materie prime.
Chiari i problemi dal lato tecnico anche per ISPRA e ICESP (Italian Circular Economy Stakeholder Platform, promossa da ENEA) che segnalano la mancanza di investimenti in nuove tecnologie e ricerca, oltre che il bisogno di nuovi impianti di riciclaggio sul territorio nazionale e l’importanza all’interno dell’UE di nuove norme per l’etichettatura di ogni prodotto in vendita sul mercato comune e la definizione dei materiali cosiddetti “critici” (terre rare, litio, cobalto) la cui filiera produttiva è altamente inquinante e spesso poco sostenibile socialmente.
Rispondendo poi alle domande di Nonsoloambiente.it, la senatrice L’Abbate ha identificato tre grandi direttrici d’azione per una migliorare la filiera del riciclaggio: oltre al bisogno di una armonizzazione Europea sull’esportazione di materie prime seconde e di una regolamentazione dei processi di mappatura delle parti riciclabili ad uso delle industrie del settore, la senatrice ha posto l’accento sul bisogno di formazione e di nuove professionalità, necessarie sia nel settore pubblico che nel privato, in grado di utilizzare i nuovi strumenti come l’assesment dei cicli di vita dei prodotti, l’analisi dei criteri ambientali minimi nelle gare d’appalto, e di approcciarsi ai nuovi parametri quantitativi di analisi della sostenibilità che stanno man mano venendo definiti in ambito internazionale pubblico e privato, come i nuovi indicatori di circolarità UNI che saranno presto diffusi.
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