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Per mantenere l’egemonia in fatto di materie prime, la Cina presenta un piano per facilitare lo sviluppo del settore. E, con la fondazione del China Rare Earth Group Co, rafforza il proprio controllo sulle cosiddette terre rare.
Nel 2020, la produzione industriale di materie prime cinesi rappresentava il 27,4% della produzione industriale globale: ecco perché le nuove azioni che il Paese ha annunciato di mettere in campo a breve, in questo ambito, rivestono un’importanza strategica per lo sviluppo futuro e per la competizione con gli USA.
Il Piano Quinquennale
Il 29 dicembre, il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology e altri due enti governativi cinesi hanno presentato un piano mirato ad agevolare lo sviluppo dell’industria delle materie prime, nell’ambito del 14esimo Piano Quinquennale (2021-2025). Il piano presentato richiede anche sforzi per realizzate una transizione verso il green e il digitale nel settore delle materie prime, così come hanno fatto, negli ultimi anni, molti altri progetti cinesi ispirati alla “svolta verde”. «Entro il 2025, prenderà forma un nuovo modello di sviluppo per il settore delle materie prime cinese caratterizzato da maggiore qualità, migliore redditività e distribuzione, basse emissioni di carbonio e maggiore sicurezza».
Con queste parole, l’agenzia ufficiale Xinhua ha commentato il Piano presentato. Grazie ad esso, il settore delle materie prime diventerà, da qui al 2025, uno dei principali obiettivi per la ricerca e lo sviluppo, la produzione e l’applicazione delle materie prime vitali del mondo, garantendo, secondo il Governo di Pechino, un sistema industriale indipendente, sicuro e controllabile. Le dichiarazioni si sono subito tradotte in azioni concrete: il 23 dicembre, nella provincia dello Jiangxi, è stata fondata la China Rare Earth Group Co. Dalla fusione di compagnie che rappresentano il 31% dell’estrazione mineraria cinese e il 29% della raffinazione di queste risorse, nasce così un’impresa statale con la partecipazione di Aluminium Corporation of China, China Minmetals Corporation e Ganzhou Rare Earth Group, affiancate da due società di ricerca, ovvero la China Iron & Steel Research Institute Group e la Grinm Group Corporation. Come precisa l’agenzia ufficiale Xinhua, il nuovo gruppo si concentrerà sulla ricerca, l’esplorazione e l’elaborazione profonda delle terre rare.
La Cina possiede 44 milioni di tonnellate di riserve di terre rare, più di un terzo dei giacimenti esplorati nel mondo, e gli USA lo sanno bene, stando al rapporto pubblicato dalla Casa Bianca. Per questo motivo, i cambiamenti che la Cina sta mettendo a punto nel controllo di queste materie avranno un impatto globale. Una visione, questa, condivisa anche dalla China Global Television Network (CGTN), secondo cui il China Rare Earth Group mira a consolidare il dominino del governo comunista cinese sugli approvvigionamenti mondiali di metalli strategici grazie all’utilizzo di terre rare.
Cosa sono le terre rare
Con il termine terre rare si indica il gruppo di 17 elementi che include scandio, ittrio e 15 lantanidi.
Non si tratta, dunque, né di terre, né di materie rare. Tuttavia, il nome deriva dal fatto che col termine “terre” storicamente, in chimica, venivano indicati gli ossidi, mentre l’aggettivo “rare” è usto per evidenziare l’importanza delle proprietà magnetiche e conduttive che permettono a questi elementi di essere impiegati nella realizzazione di moltissimi prodotti di largo consumo.
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