Intervista a Ennio Fano di RenOils.
Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it
RenOils, il Consorzio nazionale di raccolta e recupero oli e grassi vegetali e animali usati, ha promosso a partire da Marzo 2021 unitamente all’associazione Marevivo un’importante ed interessante azione a difesa dell’ambiente, “Save the sea Recycle cooking oil”, la campagna di sensibilizzazione per la raccolta dell’olio alimentare esausto rivolta ai diportisti dei porti turistici e commerciali peninsulari e insulari. Da cosa è nato questo progetto?
Abbiamo fortemente voluto questo progetto per due aspetti fondamentali: quello ambientale perché l’olio alimentare esausto è riciclabile al 100% per la produzione di biodiesel, l’utilizzo in impianti di cogenerazione, la produzione di bio-lubrificanti; quello educativo perché ci permette di informare quante più persone sulla capacità dell’olio esausto di inquinare e sulla corretta gestione del rifiuto. La vera sfida per noi è proprio sensibilizzare le famiglie. La raccolta domestica, rispetto alla ristorazione e all’industria alimentare, è infatti quella che incide di più in termini di quantità di rifiuto e nello stesso tempo la più difficile da intercettare. A oggi recuperiamo il 32% dell’olio utilizzato per cucinare, è quindi utopistico pensare di raggiungere il 100% in breve tempo ma possiamo guardare avanti avendo fiducia che sempre più persone differenzino il rifiuto “olio da cucina” e ne comprendano l’importanza. Solo comunicando la corretta maniera di gestione dell’olio esausto si può salvaguardare il nostro meraviglioso polmone blu.
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In Italia si sente parlare molto poco di riciclo dell’olio esausto e della sua caratteristica di essere un rifiuto che, in quanto tale, deve essere correttamente gestito e riciclato. Quali sono i rischi di un’errata gestione degli oli esausti e che impatti può avere sull’ambiente?
Purtroppo la maggior parte dell’olio utilizzato in casa per cucinare finisce ancora nel lavandino o nello scarico del bagno, quindi nel sistema fognario, andando a creare numerosi problemi. Non tutti sanno, infatti, che l’olio esausto è altamente inquinante e che, pur essendo catalogato come non pericoloso, presenta delle criticità se non smaltito correttamente: rende sterile il terreno su cui viene versato, la terra diventa impermeabile e non permette al sistema radicale delle piante l’assunzione delle sostanze nutritive necessarie a vivere; se versato in acque superficiali forma un’estesa pellicola impermeabile impedendo alla flora e alla fauna acquatica lo scambio di ossigeno acqua-aria causandone la morte; versato in falde acquifere profonde, ne compromette la potabilità. Inoltre crea tutta una serie di problematiche al sistema fognario, alterando la corretta depurazione delle acque e compromettendo l’efficienza dei depuratori con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti. La depurazione delle acque inquinate richiede costi quantificabili in 1,10 euro al kg ed è a carico dei cittadini.
Crede che in Italia ci sia una omogenea cultura al rifiuto o che vi siano ancora profonde differenze culturali in materia di economia circolare?
Il Consorzio RenOils non esisterebbe se il mondo, finalmente, non si fosse accorto, forse troppo tardi, che il nostro bel pianeta e la nostra meravigliosa penisola, l’ambiente, la natura, il mare sono scrigni di vita che devono essere tutelati e salvaguardati. Penso che per raggiungere un livello adeguato di economia circolare, la chiave del successo sia la sensibilizzazione. RenOils e chi si occupa degli ingranaggi dell’economia circolare deve parlare alla gente, soprattutto alle nuove generazioni. Sono i bambini e i ragazzi, infatti, gli adulti consapevoli di domani. Vorrei pertanto dare dei consigli utili su come smaltire correttamente questo rifiuto. Dopo aver cucinato suggeriamo di inserire l’olio esausto in un contenitore di plastica spessa e con un collo largo per facilitare il travaso da padelle e pentole (ad esempio le bottiglie dei succhi di frutta o il contenitore del detersivo liquido per la lavatrice) da tenere in casa finché non è pieno; una volta riempito, il contenitore va portato all’isola ecologica più vicina a casa oppure l’olio esausto va buttato in appositi raccoglitori presenti nei Comuni di residenza.
Ennio Fano
Ingegnere, ha ricoperto per 7 anni il ruolo di Direttore di una delle Divisioni principali del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per poi essere nominato Responsabile Politiche Ambientali di Enel. Attualmente è Presidente di RenOils.
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