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Lo scorso 15 dicembre, la Commissione europea ha adottato una proposta per una nuova direttiva al fine di arginare l’annoso fenomeno della criminalità ambientale. La proposta è volta a rafforzare la protezione dell'ambiente obbligando gli Stati membri ad adottare delle misure di diritto penale sempre più stringenti nei confronti di chi commette un eco-reato.
Quali sono le nuove fattispecie
Le nuove categorie di eco-reati proposte da parte della Commissione sono numerose. Tra le stesse figurano:
- il commercio illegale di legname;
- il riciclaggio illegale delle navi;
- l'estrazione illegale di acqua che causa danni sostanziali alle risorse idriche;
- lo scarico alla fonte di sostanze inquinanti dalle navi;
- gravi violazioni relative alla gestione dei gas fluorurati a effetto serra
Le proposte della Commissione
La Commissione propone di fissare inoltre un denominatore minimo comune in materia di sanzioni: nel caso in cui il reato causi o possa causare morte o lesioni gravi a una persona, gli Stati membri dovranno prevedere la reclusione fino almeno a dieci anni. Il progetto di Direttiva propone inoltre l’introduzione di ulteriori sanzioni quali il ripristino della natura, l'esclusione dall'accesso ai finanziamenti pubblici e alle procedure di appalto o la revoca delle autorizzazioni amministrative.
“Non c'è tempo da perdere. Dobbiamo assicurarci che le nostre regole sulla lotta alla criminalità ambientale siano mirate e ambiziose sufficienti per creare un vero cambiamento. Con questa nuova direttiva, abbiamo un altro potente strumento per proteggere l'ambiente e, in definitiva, il nostro pianeta. La proposta di oggi si basa sulle lezioni apprese e sull'esperienza acquisita negli anni passati e affronterà direttamente le cause profonde che hanno impedito alla protezione dell'ambiente di essere efficace come dovrebbe essere” – ha commentato il Commissario alla Giustizia, Didier Reynders.
Un po' di dati
Gli eco-reati sono tra le attività criminali più redditizie al mondo. I profitti ricavati dalle attività illecite finiscono tra l’altro per alimentare altre forme di criminalità organizzata quali il traffico di esseri umani e di sostanze stupefacenti. Secondo il Rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente con il sostegno di COBAT E NOVAMONT.
In Italia nel 2020 sono 34.867 i reati ambientali accertati (+0,6% rispetto al 2019), alla media di oltre 95 reati al giorno. Le regioni a tradizionale incidenza mafiosa si confermano Sicilia, Campania, Puglia e Calabria di cui Campania, Sicilia, Puglia risultano essere le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati. La Lombardia, invece, è la Regione in cui si registra il maggior numeri di arresti.
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