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Dal 1° gennaio 2022 è entrato ufficialmente in vigore il nuovo regolamento UE 2018/848 sulla produzione biologica.
Dopo la proroga del 2021, il primo gennaio 2022 è entrato ufficialmente in vigore il Regolamento UE n. 848 del 2018, che comporta alcuni importanti cambiamenti relativi alla gestione dei prodotti biologici. L’obiettivo del regolamento è quello di rafforzare la tutela del consumatore, migliorando il livello di trasparenza e rendendo più efficace il sistema di controlli. Tra le principali novità, il divieto di OGM, la frequenza dei controlli e le certificazioni di gruppo.
Il divieto di OGM
Attraverso l’articolo 11 del Regolamento, gli OGM sono vietati in agricoltura biologica. Secondo quanto stabilito, infatti, gli OGM, i prodotti derivati da OGM e ottenuti da OGM “non sono usati negli alimenti o nei mangimi o come alimenti, mangimi, coadiuvanti tecnologici, prodotti fitosanitari, concimi, ammendanti, materiale riproduttivo vegetale, microrganismi o animali in produzione biologica”.
La frequenza dei controlli
Altra novità riguarda la frequenza delle ispezioni, effettuate dagli organi di controllo come il MIPAAF. I controlli sono annuali per tutti gli operatori della filiera del bio, ma possono diventare a cadenza biennale solo se non saranno rilevati atti fraudolenti o conclamata frode per almeno tre anni consecutivi.
Il passaggio al regime di uniformità
Uno degli obiettivi del Regolamento UE 848 è quello di creare condizioni di parità per gli operatori del settore. In forza di questo, il Regolamento prevede che nell’import-export, al posto del regime di equivalenza, verrà applicato regime di uniformità. In questo modo gli standard di produzione dei prodotti d’importazione saranno identici a quelli europei, al fine di eliminare la concorrenza sleale e dare maggiori garanzie ai consumatori.
La certificazione di gruppo
Altra novità importante entrata in vigore è la certificazione di gruppo, pensata per permettere alle realtà più piccole di ottenere la certificazione applicata ad un gruppo di aziende. Questa soluzione consentirebbe di ridurre l’impatto economico della certificazione, a vantaggio dei piccoli produttori. Ci sono delle condizioni di accessibilità ben definite:
- Il costo del processo di riconoscimento e verifica dovrà essere superiore al 2% rispetto al fatturato generato da prodotti biologici
- Il fatturato annuale dovrò essere inferiore a 25.000 euro
- Le superfici dovranno essere diverse per tipologie produttive.
Il Regolamento UE 2018/848 è consultabile integralmente su Eur Lex.
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