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L’ultracyclist Omar Di Felice ha attraversato mezza Europa per arrivare in bicicletta alla COP26. Percorsi 2000 km da Milano a Glasgow.
La bicicletta salverà il mondo: l’impresa di Omar Di Felice può essere riassunta in questo breve motto, condiviso dal ciclista sui suoi canali di comunicazione. Omar Di Felice, 40 anni, ha compiuto imprese straordinarie in sella alla sua bici: pedalando, è arrivato fino al campo base sull’Everest, per poi spostarsi nel caldo Ghibli, fino ad arrivare all’Artic Highway. Questa volta, per amore del Pianeta, Omar ha percorso 2000 chilometri in bicicletta, distribuite in otto diverse tappe. La missione? Arrivare al palazzo in cui si è tenuta, dal 31 ottobre al 12 novembre 2021, la Cop26 di Glasgow, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Il viaggio di Omar
Partito dal Duomo di Milano alla fine di ottobre, Omar ha percorso circa 2000 km in bicicletta, in soli 7 giorni e 16 ore, comprese le soste. La bicicletta è un mezzo 100% sostenibile, che può rivoluzionare la mobilità nelle grandi metropoli: il percorso di Omar dimostra che un cambiamento in questo senso è possibile. Per documentare la sua impresa e condividerla con i suoi follower, Omar ha documentato tutto il suo viaggio sui social media. Ecco un estratto del messaggio condiviso dal ciclista per celebrare la tappa finale, che trasmette l’essenza del suo viaggio.
“Oggi, 4 Novembre 2021 alle ore 11.01 per la prima volta nella storia della COP26, una bici ha fatto il suo ingresso alle United Nations. Dopo aver attraversato mezza Europa e girovagato ancora qui, dove i potenti della Terra si trovano a deciderne le sorti, ho varcato la soglia di questo luogo così importante con la mia bicicletta. Descrivere l’emozione è impossibile: forse ancor più che in passato mi sento orgoglioso di ciò che sono stato in grado di fare spinto solamente da gambe, testa e soprattutto cuore. Dal giorno in cui mi sono innamorato della bicicletta e del ciclismo, ho fatto di tutto affinché mi accompagnasse nei posti più impensabili e inaccessibili del Pianeta. Dai confini artici ai deserti gelidi, dalle Alpi all’Himalaya. Nessuno luogo mi è mai sembrato veramente lontano. Nessun obiettivo mai così irraggiungibile. Ho sempre creduto nel forte valore della bicicletta per l’evoluzione dell’essere umano moderno: in fondo e’ stato per tutti noi il primo veicolo sinonimo di libertà. Entrare alle Nazioni Unite non è stato semplice: e’ stato frutto di un gran lavoro di squadra ma, soprattutto, dell’ostinazione e la convinzione nella purezza di un messaggio che non potrebbe essere diverso da questo. La bicicletta salverà il mondo”.
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#SustainableTalks: Antognolla
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