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La prima tranche del summit getta le basi per il mese di aprile 2022, momento decisivo per formalizzare le azioni da attuare in materia di tutela della biodiversità.
Si è conclusa lo scorso 15 ottobre a Kunming, in Cina, la COP15 sulla Biodiversità, l'annuale conferenza dell'Onu sulla tutela di flora e fauna che ha riunito 195 governi e quasi 6000 delegati. Reduce da due rinvii a causa dell’emergenza sanitaria dettata dal Covid, la prima parte della Cop 15 si è tenuta in modalità virtuale evitando così l’ennesima riprogrammazione. Cresce l’attesa per la seconda tranche del summit, fissato dal 25 aprile all’8 maggio 2022 in presenza a Kunming, in Cina. Nel discorso di apertura, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che la Cina contribuirà con 1,5 miliardi di yuan, circa 232 milioni di dollari, all'istituzione del Fondo per la biodiversità di Kunming.
L'Unione Europea ha annunciato di voler raddoppiare i finanziamenti esterni per la biodiversità, così come hanno fatto alcuni tra i suoi paesi membri: è il caso della Francia, che ha ammesso di voler destinare il 30% dei fondi già allocati per il clima a sostegno della biodiversità. La Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord hanno annunciato di voler fare altrettanto senza esporsi con cifre e budget da destinare. Il Giappone ha annunciato di voler aggiungere 17 milioni di dollari al già esistente Japan Biodiversity Fund e, infine, una coalizione di istituzioni finanziarie, con un patrimonio di 12mila miliardi di euro, si è impegnata a tutelare la biodiversità e lavorare per ripristinare gli ecosistemi attraverso attività e investimenti.
La prima sessione della COP15 si è appena conclusa: bisognerà dunque attendere maggio 2022 per ottenere l'adozione del nuovo Quadro Globale per la Biodiversità, che sostituirà gli Aichi Targets, dal nome del luogo dove si era tenuta la decima Conferenza delle Parti della Convenzione per la biodiversità, scaduti nel 2020. Dalla sensibilizzazione riguardo ai valori della biodiversità fino all’abolizione dei sussidi dannosi alla stessa, dall’accrescimento della conoscenza sulle specie a rischio fino alla mobilizzazione delle risorse finanziarie per un'attuazione efficace del Piano strategico per la biodiversità 2011-2020, gli obiettivi di Aichi erano tanto chiari quanto ambiziosi. L’appello rivolto a capi di Stato, primi ministri, dicasteri delle Finanze, dell'Economia e dell'Ambiente è di inserire la biodiversità in cima alle loro agenda per scongiurare un nuovo fallimento del summit Cop15, dopo quello registrato nel 2020, anno complesso della pandemia. Oltre ai danni all'economia, danneggiare la biodiversità ha ovviamente conseguenze dirette sulla salute pubblica: il Covid19, scoppiato proprio in Cina, ne è un chiaro esempio.
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Cariche & Poltrone #67
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