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All’Expo di Dubai, rimandato di un anno a causa della pandemia, è stato presentato il Padiglione Italia: un esempio di architettura innovativa e sostenibile.
Speciale a partire dal tetto: costituito da tre grandi scafi rovesciati dipinti come la bandiera italiana, a rappresentare un Paese proiettato verso il futuro. Gli scafi, costruiti nei cantieri navali di Fincantieri, sono veri e, una volta conclusa l’Expo, verranno utilizzati per navigare. Un’architettura circolare, quindi, bella e completamente riutilizzabile. Nel Padiglione, infatti, non sono state utilizzate vernici chimiche: gli intonaci sono fatti con resti di caffè e polvere di bucce d’arancia, mentre le pitture interne sono completamente naturali, a base di alghe come la spirulina, che consumano la CO₂.
E non c’è aria condizionata: in una città come Dubai, dove la temperatura sfiora i 40 gradi, ci si aspetterebbe di trovare un ambiente asfissiante, invece l’aria è fresca e piacevole. Come è possibile? Come ha spiegato Italo Rota, autore del progetto assieme a Carlo Ratti, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, “le facciate non sono muri, ma file di gomene realizzate con plastica riciclata ignifuga che fanno passare il vento. Siamo vicini al deserto e il vento, che qui è costante, crea una ventilazione interna. L’aerazione è aiutata dalle superfici di acqua orizzontale, che sfruttano le antiche tecniche di raffrescamento evaporativo delle zone desertiche, contribuendo ad abbassare la temperatura percepita”. I visitatori entrano dalle scale mobili sulla duna di ingresso, fatta con sabbia vera consolidata e sopraelevata di cinque metri, e iniziano un percorso all’insegna della «bellezza che unisce le persone», raccontata dai video di Gabriele Salvatores negli spazi del Belvedere e del Saper Fare. Un viaggio attraverso il made in Italy declinato attraverso l’artigianato, le nuove tecnologie, la cultura. Durante i sei mesi dell’Expo, il Padiglione Italia ospiterà molti incontri e iniziative, suddivisi per temi: il primo è dedicato al cambiamento climatico e alla biodiversità.
E proprio in occasione di uno di questi eventi è stata lanciata la candidatura di Venezia, da sempre minacciata dall’acqua alta, a capitale mondiale della sostenibilità. “A Expo Dubai”, ha detto Elisabetta Spitz, commissario straordinario per il Mose, “faremo vedere ai Paesi che cosa significa proteggere Venezia e le sue bellezze, perché oggi, a differenza del passato, Venezia è una città protetta, almeno per i prossimi cento anni... Inoltre, presenteremo il progetto di decarbonizzazione che sfrutterà l’energia solare per rendere energeticamente autosufficiente il Mose, entro la metà del 2023”. Il Padiglione Italia sarà aperto fino al 31 marzo 2022, e contribuirà a diffondere un’immagine del nostro Paese non più legata solo alla cultura e all’artigianato, ma anche a un futuro più innovativo e sostenibile.
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