Ultime Notizie
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, gli investimenti nelle Rinnovabili da parte degli Stati sono fermi al 2%.
In questa fase dell’emergenza Covid, gli Stati stanno programmando il rilancio delle loro economie con una nuova pianificazione degli investimenti. Le sfide sono sempre più ambiziose e, tra queste, non può mancare l’impegno verso una transizione ecologica e il raggiungimento di obiettivi climatici internazionali. Tuttavia, sembrerebbe che l’obiettivo “emissioni zero” nel 2050 si stia allontanando. Questo è il monito lanciato dall’Agenzia internazionale dell'energia (Iea) nel suo ultimo rapporto "Sustainable Recovery Tracker".
Secondo il rapporto, i governi di tutto il mondo hanno allocato alle rinnovabili un investimento del 2% dei fondi per la ripresa post pandemia, quantificabili in circa 380 miliardi di dollari. Questi investimenti, ha sottolineato Iea, sono ben al di sotto di quanto necessario per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali. Tutto questo anche se le misure introdotte dagli Stati a partire dal 2020 vedranno un finanziamento di ulteriori 350 miliardi di dollari all'anno in energia pulita tra il 2021 e il 2023, con un incremento del 30% rispetto agli investimenti degli ultimi anni. Ma si tratta solo del 35% della quota necessaria per tagliare il traguardo emissioni zero nel 2050. "Non solo gli investimenti in energia pulita sono ancora lontani da quanto necessario per mettere il mondo sulla strada del raggiungimento dello zero emissioni nette entro la metà del secolo, ma non sono nemmeno sufficienti per impedire che le emissioni globali raggiungano un nuovo record", ha dichiarato in un comunicato Fatih Birol, Direttore Esecutivo Iea. Gli investimenti sono ancora più bassi nei Paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti, che faticheranno ancora di più a reperire i fondi per una transizione ecologica.
Le aspettative dell’Unione Europea
Gli investimenti previsti per le rinnovabili dagli Stati dell’UE sono ben lontani dalle aspettative e da quanto definito nei piani del Recovery Fund. L’Unione Europea ha infatti stabilito che, nei piani nazionali di ripresa, debba essere previsto un investimento minimo del 37% per la salvaguardia del clima. Ad oggi, però, questa quota non viene soddisfatta, facendo allontanare i Paesi dagli obiettivi per il clima 2050, così come dalle opportunità correlate a questi investimenti. “Molti Paesi, specialmente quelli in cui le esigenze sono maggiori - ha dichiarato Birol - perdono i benefici che gli investimenti in energia pulita ben pianificati possono portare, come una crescita economica più forte, nuovi posti di lavoro e lo sviluppo delle industrie energetiche del futuro".
Il piano proposto da Iea
Dal canto suo, Iea ha diffuso sui suoi canali di comunicazione una serie di azioni che potrebbero essere messe in atto dai governi per bilanciare gli investimenti in energia pulita. L’obiettivo principe è quello di triplicare gli investimenti annuali per l’energia pulita entro il 2030. "I governi devono aumentare rapidamente la spesa e l'azione politica per soddisfare gli impegni assunti a Parigi nel 2015 - compresa la fornitura vitale di finanziamenti da parte delle economie avanzate al mondo sviluppato", ha affermato Birol. “Ma devono poi andare ancora oltre, portando gli investimenti e la diffusione dell'energia pulita a livelli molto maggiori, al fine di spostare il mondo su un percorso verso l'azzeramento delle emissioni entro il 2050, che è un tempo stretto ma ancora realizzabile, se agiamo ora."
Tags:
Potrebbero interessarti ...
Finanziamenti dannosi per il clima e la biodiversità
18 Dicembre 2023Italia: ecco la strategia per la Biodiversità al 2030
12 Settembre 2023Nel 2023 è boom di nidi di tartarughe marine in Italia
6 Settembre 2023Il 28 luglio è dedicato alla conservazione della natura
27 Luglio 2023Iscriviti alla nostra Newsletter!
Sei un sostenitore dell'ambiente in tutte le sue forme? Allora sei nel posto giusto!
Iscriviti subito!