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Intervista a Maurizio Pernice, Direttore di ISIN.
Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it
Il 7 giugno è stata la giornata mondiale della sicurezza alimentare. ISIN, l’Ispettorato Nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, si occupa della raccolta e dell’analisi dei dati dei rilevamenti effettuati negli alimenti e nell’ambiente sul territorio nazionale. Quali risultati sono emersi in relazione al 2020?
La radioattività nelle principali matrici ambientali e alimentari è sottoposta a monitoraggio tramite un sistema di controlli articolati in reti di sorveglianza nazionali e regionali, e i dati così acquisiti non evidenziano, ad oggi, criticità.
La rete nazionale (REte nazionale di SOrveglianza della RADioattività ambientale - RESORAD), che opera sotto il coordinamento tecnico dell’ISIN è costituita dai laboratori radiometrici delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA e APPA) e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali. All’ispettorato è affidata anche la gestione della rete di allarme GAMMA. I dati del monitoraggio della radioattività sono raccolti nel data base nazionale dell’ISIN tramite il Sistema Informativo Nazionale sulla Radioattività – SINRAD, con un invio annuale dei rilevamenti effettuati. In caso di eventi anomali si attiva un meccanismo di raccolta immediata dei dati ai fini del pronto allarme.
Nel 2020 sono state effettuate dalla RESORAD più di 32000 misure di radioattività, delle quali circa 21000 su 7200 campioni ambientali e circa 11000 su 4000 campioni alimentari. I rilevamenti effettuati prendendo in considerazione le concentrazioni di Cs-137, quale radionuclide guida per il monitoraggio della radioattività artificiale, hanno permesso di rilevare che i livelli di radioattività nelle principali matrici ambientali ed alimentari sono sostanzialmente stazionari rispetto agli anni precedenti, non implicano alcuna rilevanza radiologica e molto spesso sono al di sotto del limite di rilevabilità della strumentazione. Tali dati sono inviati da ISIN anche alla Commissione Europea, per renderla edotta dei rilevamenti effettuati sul territorio nazionale, in ottemperanza all’art. 36 del Trattato Euratom.
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In un’attività di estrema delicatezza quale quella svolta da ISIN formazione e informazione sono essenziali. Secondo Lei come mai in Italia il nucleare rappresenta per certi versi ancora un tabù?
Il tema del nucleare non va affrontato ideologicamente, anche perché gli italiani con due referendum si sono espressi contro la produzione di energia da centrali nucleari nel nostro paese e quindi non c’è ragione del contendere. Ciò che in Italia va fatto è gestire in sicurezza gli usi civili della radioattività, essenzialmente in campo medico e industriale, e procedere con sollecitudine al decomissioning delle centrali dismesse e di tutti gli impianti in qualche modo a loro connessi. Tutte attività sui cui l’ISIN è chiamato a vigilare come autorità indipendente.
Strettamente legato a questo percorso è il tema del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi al centro di un vivace confronto dopo la pubblicazione a gennaio della Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI). Credo che, andando avanti nel percorso di consultazione pubblica e trasparenza indicato dalla legge, le criticità “emozionali”, che stanno caratterizzando l’attuale dibattito, saranno superate e, come la normativa auspica, si potrà giungere ad una soluzione condivisa per una struttura di cui l’Italia deve necessariamente dotarsi per gestire il nucleare in sicurezza e restituire alla collettività per usi civili le aree che ospitavano centrali, gli impianti del ciclo del combustibile, e che ospitano tuttora depositi temporanei di rifiuti radioattivi.
Maurizio Pernice
L’Avv. Maurizio Pernice è il direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN). È stato Direttore generale presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (oggi Transizione ecologica), dove si è occupato di cambiamenti climatici, gestione dei rifiuti, tutela delle acque e dell’aria, aree protette. Grazie alla sua esperienza e competenza, ha svolto diverse docenze su tematiche ambientali presso Università italiane.
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