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Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di sostenibilità, carta riciclata e modalità di produzione sostenibili con Tommaso De Luca, Corporate Communication Manager di Lucart.
#SustainableTalks è una rubrica che nasce dalla consapevolezza dell’editore e della redazione di come sia necessario metabolizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato in termini di comunicazione, identificando nella sostenibilità un driver positivo di ripartenza e crescita personale e professionale. La rubrica continuerà anche nel 2021, sotto forma di interviste realizzate ad esperti di settore e referenti aziendali, con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte, e come vengano rendicontate. Certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente. La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del giovedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dalla redazione in modo autonomo o a fronte di specifiche richieste. Per informazioni scrivete a redazione@nonsoloambiente.it
Maria Grazia Persico
Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Fin dalla fondazione dell’azienda nel 1953, Lucart si è distinta per la scelta di produrre carta riciclata per imballaggi flessibili di alta qualità. Negli anni ’90 del secolo scorso, quando siamo entrati nel settore delle carte tissue, cioè delle carte per l’igiene, abbiamo deciso di differenziarci dall’offerta presente sul mercato di allora, lanciando la prima carta igienica in carta riciclata e rigenerata, con un imballaggio in Mater-Bi (per la prima volta nel mondo) e con la certificazione Ecolabel (la prima in Italia). La scelta, quindi, era dovuta sia a considerazioni di posizionamento sia alla necessità di sfruttare appieno le nostre competenze tecniche che erano uniche nel settore. Non mancarono però anche delle considerazioni che oggi considereremmo completamente legate ad un moderno concetto di sostenibilità. Ritenevamo, infatti, che le risorse vergini fossero limitate e che dovesse esserci, anche nel settore delle carte per l’igiene, un’offerta che partisse proprio da questa considerazione per soddisfare le esigenze dei consumatori più attenti alle tematiche ambientali. Oggi l’approccio alla sostenibilità si è evoluto ed è uscito dall’ambito ambientale per abbracciare anche gli ambiti sociali e di governace dell’Azienda. Dobbiamo considerare l’azienda come un attore sociale che ha impatti sulle persone e non solo sull’ambiente e che con esse si deve porre in relazione costruendo nel tempo dei rapporti basati sulla fiducia.
L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
La sostenibilità è fatta di scelte e azioni concrete che coinvolgono l’organizzazione aziendale, le modalità di produzione, i rapporti con gli stakeholder e i modelli di business impiegati. Si tratta di un percorso di miglioramento continuo che deve essere misurato e comunicato per poter essere compreso e generare valore condiviso con gli stessi stakeholder. Quest’anno abbiamo pubblicato il nostro 16° Rapporto di Sostenibilità, il primo lo pubblicammo nel 2004 proprio perché sentivamo l’esigenza di raccontare le nostre modalità di produzione e il modo con il quale gestivamo gli impatti ambientali provocati dai nostri stabilimenti. La trasparenza è un valore fondamentale nella creazione di un rapporto di fiducia.
Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Ogni funzione aziendale ha degli obiettivi da raggiungere e misura le proprie performance in modo da poter attuare subito eventuali azioni correttive. Per alcune attività specifiche, come ad esempio l’analisi del ciclo di vita dei prodotti, ci avvaliamo di consulenti esterni ed enti di ricerca specializzati. Utilizziamo anche altri strumenti di misurazione come gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, il B impact assessment e il Circulytics della Fondazione Ellen MacArthur, di cui siamo membri dal 2018.
Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?
Il settore cartario in generale è uno dei settori più evoluti per quanto riguarda la sostenibilità e presta una grandissima attenzione, ad esempio, alla scelta delle materie prime, ai consumi idrici e alla produzione di energia. Noi vogliamo essere un punto di riferimento per quanto riguarda il settore, e quindi per le imprese italiane, sui temi legati alla sostenibilità. Il nostro è un settore fortemente competitivo, ma credo che quando la competizione, come in questo caso, è basata su parametri che riguardano i temi ESG, sia un elemento di crescita costante per tutti gli attori coinvolti.
In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
Le imprese che sono abituate a misurare le proprie prestazioni sulle tematiche ESG e che utilizzano come driver di crescita gli obiettivi di sviluppo sostenibili, sono abituate ad analizzare tutti i rischi in modo molto approfondito e si sforzano di avere una visione di medio- lungo periodo. Ritengo che la pandemia abbia evidenziato le difficoltà dell’essere umano di guardare lontano, cercando di prevedere i rischi derivanti dai propri comportamenti. Pensare in modo sostenibile vuol dire combattere questa tendenza connaturata con la natura umana e agire oggi attuando un profondo cambiamento nei comportamenti dove necessario.
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