#SustainableTalks: Forever Bambù
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#SustainableTalks: Forever Bambù

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di piantumazione urbana, emissioni CO2 e protocolli ESG con Emanuele Rissone, fondatore e presidente di Forever Bambù.

#SustainableTalks è una rubrica che nasce dalla consapevolezza dell’editore e della redazione di come sia necessario metabolizzare i cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha comportato in termini di comunicazione,  identificando nella sostenibilità un driver positivo di ripartenza e crescita personale e professionale. La rubrica continuerà anche nel 2021, sotto forma di interviste realizzate ad esperti di settore e referenti aziendali, con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte, e come vengano rendicontate. Certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente. La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del giovedì, si basa sulla realizzazione di interviste condotte dalla redazione in modo autonomo o a fronte di specifiche richieste. Per informazioni scrivete a redazione@nonsoloambiente.it

Maria Grazia Persico

 

Da dove nasce la necessità della vostra azienda di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?

La necessità di fare ciò che stiamo facendo nasce in primis dalla mia sensibilità in quanto, terminato un primo percorso della mia vita durato 25 anni con Vitamin Store, ho iniziato ad avere il desiderio di fare qualcosa di sostenibile per la società, per il pianeta e per le mia figlie. Questo mi ha spinto a scegliere un prodotto che fosse sostenibile per noi, per la generazione delle mie figlie ma anche per le generazioni successive. Proprio per questo ho scelto di investire nel bambù gigante: le foreste di bambù fanno infatti molto bene all’ambiente, creano un’economia circolare altamente sostenibile e producono per circa un centinaio di anni.

 

L'adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?

Entrare nel mondo della sostenibilità, soprattutto con il nostro progetto Forever Zero CO2 che è uno studio che abbiamo portato avanti tra il 2019 e il 2020 e che dimostra quanta CO2 sequestriamo dall’atmosfera, ha prodotto una quantità di comunicazione immensa. Internamente abbiamo dei responsabili per la comunicazione interna, la Dott.ssa Chiara Perazzi che collabora con il Dott. Pier Giorgio Bollati, uno dei fondatori di Forever Bambù. Abbiamo anche una società di Pubbliche Relazioni che ci segue, ma la cosa interessante è stata la quantità di comunicazione che è stata ripresa dai media dal momento in cui abbiamo comunicato al mondo che abbiamo il primo studio italiano sulle foreste di bambù gigante pubblicato da Forever Bambù e che Forever Bambù con le proprie foreste sequestra una quantità di CO2 enormemente maggiore di qualsiasi altro impianto arboreo, per l’esattezza 35,4 volte di più.

Proprio recentemente abbiamo anche terminato l’LCA di Forever Bambù e quindi conosciamo esattamente qual è il netto tra consumi che facciamo con le emissioni date dalla nostra attività quotidiana e sequestri dati dalle nostre foreste. Ebbene, con questa società, che è anche quella che ha realizzato il primo studio di cui parlavo prima (ovvero Indaco2 Srl) adesso sappiamo esattamente quant’è il nostro saldo e il saldo è positivo perché ogni ettaro sequestra 261 tonnellate all’anno di CO2 dall’ambiente. Basta moltiplicare i nostri attuali 200 ettari per 261 per capire quanto siamo in grado di impattare in questo momento sull’ambiente circostante.

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Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?

I nostri studi sono stati realizzati da una società esterna di certificazione e la reportistica è ovviamente creata da loro ma abbiamo anche degli enti certificatori che ci circondano e una serie di controlli, ad esempio proprio in questo momento ci stiamo certificando “Benefit Corporation” e abbiamo l’attuazione di tutti i protocolli ESG, per cui abbiamo una certa quantità di controlli interni ed esterni che applichiamo al sistema Forever Bambù.

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificata come driver di crescita o competizione?

Intanto bisogna chiarire che i settori merceologici in cui noi operiamo sono due e sono differenti. Il primo è un prodotto sovra-strutturale, cioè con le nostre foreste, così come spiegato nelle risposte precedenti, noi sequestriamo una quantità di CO2 importante e questo sequestro verrà venduto alle aziende e alle imprese per mitigare la CO2 che loro emettono, quindi il primo ambiente in cui lavoriamo è quello del sequestro della CO2. In questo segmento, la sostenibilità viene identificata come un driver di crescita perché è indicata dalle società più performanti, più attente, e in quel caso la sostenibilità è vista come un virtuosismo.

Non credo ci sia competizione nel sequestro della CO2, forse l’unica competizione che vedo è quella delle grandi major di dire “io arrivo a zero prima degli altri”, c’è infatti qualcuno che cerca di dirlo prima degli altri, questa forse è l’unica competizione che vedo ma è una competizione assolutamente sana da rispettare che porta a dei virtuosismi. Il secondo ambiente in cui lavoriamo è quello della plastica biologica, biodegradabile, compostabile e con matrice vegetale. Forever Bambù sta entrando in questo segmento, ma anche qui faccio fatica a vedere competizione ma vedo tantissima collaborazione perché le plastiche a matrice vegetale come quelle che stiamo iniziando a produrre noi e per le quali abbiamo trovato un’azienda italiana che è in grado di produrci, e anche queste richiedono tanta collaborazione tra aziende.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?

Sicuramente adottare, aderire o come nel caso di Forever Bambù creare protocolli di sostenibilità renderanno l’azienda più interessante sotto diversi più punti di vista. Il primo è quello mediatico: stiamo notando che tutte le aziende che parlano di sostenibilità hanno una ripresa delle proprie notizie maggiori, quindi c’è maggiore attenzione alla tematica. La seconda attenzione l’abbiamo notata anche da parte dei consumatori - quelli che potremmo chiamare Green Society - che comunque sono una fetta in forte crescita e che nell’arco dei prossimi anni crescerà in maniera esponenziale.

Queste persone saranno sempre più attente verso il pianeta e verso la qualità del prodotto. Io credo fortemente che il Covid 19 abbia dato un’accelerata a tutto questo processo sopra descritto, ovvero le persone si sono rese conto che non possiamo più fare finta di niente, non possiamo più continuare a sfruttare il nostro pianeta come fosse una discarica a cielo aperto. Il Covid 19 ha, per un certo verso, aiutato la coscienza delle persone ha comprendere come siamo sul filo del rasoio nella differenza tra vivere nel mondo meraviglioso che ci circonda pieno di natura o in un ambiente dove la natura sta morendo. La nostra generazione è una generazione che deve prestare attenzione a cosa accadrà in futuro e i nostri figli devono farlo tanto quanto noi, se non di più e il Covid 19 ha certamente permesso a tutti noi di aprire gli occhi verso questa esigenza del nostro pianeta.

 

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