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In questa estate 2021, le fiamme di incendi di grandi proporzioni- molti fra essi dolosi- hanno divampato in Italia e in tutto il mondo, distruggendo migliaia di ettari di patrimonio boschivo.
E' stato e continua a essere un annus horribilis per il patrimonio boschivo, nel mondo così come in Italia, Paese che ha visto abbattuto il precedente record del 2017 di ettari di foresta andati in fumo in pochi mesi. Riscaldamento globale e intervento umano- con il 57% degli incendi attribuibili ad atti dolosi- le maggiori cause scatenanti.
Il mondo in fiamme
Dal sud dell'Europa (in particolare in Italia, Grecia, Spagna e Turchia) al nord della California, dal Nord Europa alla Siberia, dall'Australia all'Africa: incendi di enorme portata stanno devastando il mondo, coadiuvati dalle alte temperature estive, dalla mano colpevole dell'uomo, dal riscaldamento globale e dalla conseguente desertificazione.
Dall'inizio dell'anno, circa 13.500 ettari sono bruciati in Grecia contro una media di 7.500 in questa fase dell'anno tra il 2008 e il 2020. Stesso destino subiscono Turchia e Spagna: con quasi 95.000 ettari bruciati da gennaio, la Turchia sta vivendo la sua peggiore catastrofe incendiaria del decennio, come il sud della Spagna che, con temperature intorno ai 40 ºC, ha visto ridotti in cenere ettari di patrimonio boschivo.
Anche l'Europa settentrionale, di solito risparmiata, è stata colpita dagli incendi estivi: in primis la Finlandia, che ha registrato il più devastante rogo degli ultimi cinquant'anni, con 300 ettari di foresta distrutti in una settimana.
La mappa della Nasa
Per visualizzare gli incendi e i danni da essi inferti all'ambiente a livello mondiale, il Fire Information for Resource Management System della Nasa mette a disposizione una mappa. I punti rossi, rilevati dal satellite Terra dell'agenzia, indicano i luoghi in cui ci sono alte temperature e si verificano gli incendi.
Ne emerge che molto colpiti sono gran parte del Nord e del Sud America, oltre alla zona centro-meridionale dell'Africa, in particolare Zambia, Angola, Malawi e Madagascar. Le fiamme hanno inoltre interessato la penisola arabica, la costa mediterranea, l'Europa nord-orientale, mentre in Asia a bruciare sono le coste dell'India, la Siberia, la Cina, la Malesia e l'Indonesia.
I roghi italiani
L'Italia detiene il poco invidiabile primato di aver fatto registrare il maggior numero di incendi- con i relativi, consistenti danni- in Europa. Secondo il report "Incendi e desertificazioni" a cura di Europa Verde, dall’inizio del 2021, sono andati infatti in fumo oltre 158 mila ettari di boschi e foreste, che si sono trasformati in trappole roventi per diversi milioni di animali selvatici.
In particolare in Sicilia, sono bruciati oltre 78mila ettari, pari al 3,05% della superficie della regione. In Sardegna sono 20mila gli ettari coinvolti, per ricostruire i quali serviranno, secondo calcoli di Coldiretti, almeno 15 anni.
Ad oggi, un quinto del territorio nazionale è a rischio desertificazione: il surriscaldamento globale, con periodi prolungati di siccità, alternati a fenomeni meteorologici estremi, innesca processi che inaridiscono i terreni, causando come l’erosione delle coste, la diminuzione della sostanza organica e la salinizzazione delle acque.
Secondo il C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), le aree a rischio desertificazione sono il 70% in Sicilia, il 58% in Molise, il 57% in Puglia, il 55% in Basilicata, mentre in Sardegna, Marche, Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%. Ne consegue che "il 20% del territorio italiano in pericolo di desertificazione".
In questo desolante quadro, il patrimonio boschivo italiano- scrigno di biodiversità di incalcolabile valore- viene distrutto dal fuoco. Un fuoco che, nelle mani criminali dei piromani e in sforzi politici insufficienti in termini di controllo e prevenzione, trova il giusto ambiente per divampare.
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4 Novembre 2024Iscriviti alla nostra Newsletter!
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