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Il Pnrr- Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza- italiano prevede che ingenti fondi vengano stanziati per le infrastrutture e il sistema dei trasporti. Focus centrale, il rafforzamento dell'Alta Velocità nazionale attraverso il potenziamento della rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno.
Oltre 31 miliardi per favorire lo sviluppo di infrastrutture e realizzare una mobilità pienamente sostenibile. La cifra destinata alla “Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano è consistente, così come è consistente il programma che si intende avviare per rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno, digitale e a basso impatto ambientale.
Gli obiettivi della missione 3
Rafforzare ed estendere l’Alta velocità nazionale, potenziando la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Questi i principali propositi della Missione 3 del Pnrr, nata per rispondere concretamente alle sfide di decarbonizzazione indicate dall'Unione Europea e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 attraverso infrastrutture sostenibili. Un tema di importanza cruciale per il nostro Paese, dove- secondo una fotografia scattata dal Governo- il 90% di passeggeri e il 54,5% di merci in Italia viaggia su strada. Solo il 6% dei passeggeri e l’11% delle merci si muovono su rotaia, con conseguenze pesanti sull'ambiente in termini di produzione di emissioni climalteranti. A partire da tali dati, appare evidente la necessità di investire in infrastrutture che favoriscano la mobilità sostenibile, migliorino i collegamenti tra la rete ferroviaria, i porti e gli aeroporti e rafforzino la logistica in un Paese che- ancora oggi- risente di forti ritardi in termini di tecnologia e di enormi divari dal punto di vista territoriale.
Missione 3, i principali interventi
Gli investimenti sulla rete ferroviaria sono pensati per agire su differenti aree di competenza e altrettante criticità. In particolare, riguarderanno:
- I collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci.
- Le linee ad alta velocità che collegano il Nord all’Europa, che saranno potenziate secondo una logica intermodale, stabilendo per le merci collegamenti più efficaci ed efficienti con il sistema dei porti esistenti;
- Il miglioramento delle connessioni diagonali ad alta velocità nel Centro-Sud, riducendo i tempi di percorrenza, per i passeggeri e di trasporto delle merci dall’Adriatico e dallo Ionio al Tirreno.
- L'introduzione del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS), in modo tale da garantire l’interoperabilità tra le reti ferroviarie europee e un miglioramento delle prestazioni dei sistemi ferroviari.
- Il potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave, per garantire servizi di viaggio a medio raggio veloci e confortevoli.
- Il rafforzamento delle linee regionali, da integrare con la rete nazionale ad alta velocità. Il sistema di trasporto subirà miglioramenti in termini di passeggeri trasportati, aumento velocità di percorrenza, sostenibilità dei mezzi, sicurezza e interconnessione tra centri urbani e le altre infrastrutture.
- Il potenziamento, l’elettrificazione e l’aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud.
- Il miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud, con interventi per implementare l’accessibilità e l’intermodalità di stazioni di dimensioni medio-grandi.
Una “missione possibile”, che permetterebbe da un lato di diminuire i tempi di percorrenza, dall'altro di incrementare sostenibilità, efficienza, competitività e sicurezza di un sistema ferroviario che- a causa di una diffusa obsolescenza- manca da decenni di rappresentare per l'Italia un'alternativa reale al trasporto su strada.
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