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A distanza di 4 giorni l’uno dall’altro Parlamento e Consiglio europeo hanno approvato la Legge europea sul clima.
Prima è toccato all’Europarlamento il 24 giugno e poi il 28 al Consiglio esprimere il proprio voto sul provvedimento che dovrebbe cambiare il futuro dell’Europa e delle prossime generazioni garantendo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Cosa prevede la Legge europea sul clima
Oltre all'obiettivo della neutralità climatica da raggiungersi entro il 2050, obbligo giuridicamente vincolante a livello dell’Unione, la Legge europea sul clima prevede di ridurre del 55% le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Per fare in modo che entro il 2030 il target sia effettivamente raggiunto, la norma introduce un limite di 225 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente al contributo degli assorbimenti a tale obiettivo. L'Unione europea prevederà inoltre di aumentare il pozzo netto di assorbimento del carbonio entro il 2030.
L’importanza dei pozzi di assorbimento del carbonio per la neutralità climatica
Il sequestro o l’immobilizzazione del carbonio si verifica con la cattura nonché rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l'emissione dei gas ad effetto serra dovrà essere compensata dall'assorbimento delle emissioni di carbonio. Il pozzo di assorbimento è quindi un sistema in grado di assorbire maggiori quantità di carbonio rispetto a quelle che emette. I più importanti pozzi di assorbimento naturali sono il suolo, le foreste e gli oceani. Secondo alcuni studi, i pozzi naturali sono in grado di rimuovere tra i 9.5 e gli 11 Gt di CO2 all'anno.
I prossimi compiti della Commissione europea
La Commissione europea svolgerà un ruolo di primaria importanza: nel caso in cui dovessero verificarsi determinate condizioni, dovrà proporre un obiettivo climatico intermedio per il 2040. All’istituzione europea presieduta da Ursula von der Leyen spetterà inoltre pubblicare una previsione del bilancio indicativo dell'Unione per i gas a effetto serra per il periodo 2030-2050.
Il bilancio dovrà indicare il volume delle emissioni nette di gas a effetto serra (espresso in CO₂ equivalente e comprensivo di informazioni separate sulle emissioni e sugli assorbimenti) che si presume saranno emesse nel periodo in questione senza compromettere gli impegni assunti dall'Unione nel quadro dell'Accordo di Parigi, l’accordo universale, giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale firmato il 22 aprile 2016 e ratificato dall'Unione europea il 5 ottobre 2016. L’Accordo di Parigi prevede tra l’altro che l'aumento della temperatura media mondiale debba essere mantenuta ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, puntando ad un aumento massimo della temperatura di 1,5°C.
L’istituzione del comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici
La Legge europea sul clima contempla inoltre l'istituzione di un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, a cui spetterà il compito di fornire consulenza scientifica indipendente e presentare relazioni in merito alle misure dell'Unione europea, agli obiettivi climatici e ai bilanci indicativi per i gas a effetto serra e agli impegni internazionali assunti dall'Unione europea per effetto dell'Accordo di Parigi.
Prossimi step: l’entrata in vigore della norma
Ora che la Legge europea sul clima è stata adottata congiuntamente da entrambe le istituzioni, sarà firmata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Entrerà dunque in vigore nei 20 giorni successivi alla pubblicazione.
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