Le interviste del Direttore: Andrea Braschi
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Le interviste del Direttore: Andrea Braschi

Intervista ad Andrea Braschi, Dirigente dell’Area Edilizia e Sostenibilità di Alma Mater Studiorum di Bologna.

Nonsoloambiente.it si pone da sempre come obiettivo quello di fornire un’informazione chiara e contestualizzata su primari argomenti di attualità che abbiano ricadute dirette o indirette sull'ambiente. La rubrica, realizzata su base settimanale e pubblicata nella giornata del martedì,  si basa sulla realizzazione di interviste condotte dal direttore in modo autonomo o a fronte di valutazione di temi o iniziative particolari, corredati di dati. Per informazioni scrivete a: direzione@nonsoloambiente.it

L’università Alma Mater di Bologna è tra le università più antiche d’Europa. E’ stata fondata nel lontano 1088 dal giurista Irnerio. Da allora sembra che non si sia mai fermata. Non solo è considerata tra i migliori atenei al mondo per l’offerta formativa ma anche per l’attenzione alla sostenibilità. Nella nuova edizione del THE Impact Rankings, la classifica stilata da Times Higher Education, è al primo posto in Italia e al terzo posto tra i paesi dell’Unione Europea in termini di sostenibilità ambientale. Quali sono i trucchi di un tale successo? Crede inoltre che il “modello Alma Mater sia facilmente replicabile” presso altri atenei?

L’Alma Mater ha semplicemente creduto, prima di altri, che la Sostenibilità, intesa nel suo concetto più ampio, fosse una strategia fondamentale per il proprio sviluppo e per la crescita dell’intero territorio. Inizialmente è stato redatto, nel 2009, il Piano MOSES (Mobility Sustainability Energy Solutions) con la finalità di costituire una prima cornice omogenea, per il triennio 2009-2012, al tema energetico e della sostenibilità ambientale. Nel 2013 è stato poi pubblicato il Piano della Sostenibilità Ambientale 2013-2016 e nel 2016 è stato lanciato l’ambizioso programma Multicampus Sostenibile che raccoglie tutte le progettualità sulla Sostenibilità, non solo quella ambientale, e che vengono rendicontate e rilanciate con la pubblicazione annuale del volume “Edilizia e Sostenibilità". I risultati, anche internazionali, sono il frutto di un lavoro congiunto e sinergico fra la Governance e la Gestione e, pur non avendone l’ambizione, possono facilmente diventare un esempio per gli altri Atenei che intendono approcciare la questione della Sostenibilità in maniera organica e realmente efficace. Ci vuole però il coraggio di integrare i differenti punti di vista e gestire in maniera coordinata le azioni progettuali evitando il frazionamento in piccoli obbiettivi e in presidi limitati alla singola azione. La costruzione di una macchina vincente si può fare solo sposando l’entusiasmo di alcuni con la professionalità e l’impegno di tanti altri.

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La sostenibilità è ormai al centro delle politiche programmatiche europee e nazionali. Non solo è stato creato un Ministero ad hoc per la transizione ecologica ma il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha cambiato denominazione, diventando Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili. Sembra sia in atto una vera e propria rivoluzione copernicana in ottica green. E’ difficile e se sì quanto comunicare agli studenti l’importanza della sostenibilità in un settore altamente tecnico quale quello dell’edilizia?

In realtà su questo tema sta accadendo un passaggio generazionale “inverso” a quello a cui tradizionalmente assistiamo. Le nuove generazioni hanno molto più interesse e conoscenze di quella precedente. Sono i ragazzi che insegnano e guidano in genitori per una maggiore attenzione ai temi della Sostenibilità. In parte hanno inteso benissimo che le politiche attuali determinano in maniera sensibile il loro futuro e la vivibilità dei luoghi, dall’altro avvertono come più impellente la necessità di fare comunità e di condividere, che sono poi pilastri anche della Sostenibilità stessa. Il difficile è dare loro spazio e credere nelle loro capacità di pragmatismo e impegno. L’edilizia è uno degli strumenti che abbiamo per perseguire questi fini e i progetti sono determinati dagli obbiettivi che si intendono raggiungere. Per questo motivo non servono necessariamente competenze tecniche per indirizzare le strategie, quelle vengono dopo e sono fondamentali per individuare il modo migliore per centrare gli obbiettivi stabiliti. L’esperienza maturata ci porta a dire che l’impegno dei nostri studenti è molto utile per riuscire a progettare edifici e servizi realmente efficaci.

In qualità di formatore di giovane menti ritiene che le riforme messe in atto dai Governi siano sufficienti per formare la classe pensante e dirigente del futuro che dovrà confrontarsi con la sostenibilità quotidianamente? O si può fare qualcosa in più per sensibilizzare le nuove generazioni a riguardo?

Il cambiamento epocale in atto non subisce in maniera così marcata il puntuale l’evoluzione normativa. Certo alcune riforme sono più attese di altre perché possono accelerare e favorire processi di crescita collettiva ma ritengo che la sfida culturale la si giochi in un contesto globale più ampio. Alimentare il clima di fiducia, di rispetto delle regole e di inclusione è una necessità stringente che permetterà ai giovani di formarsi nella maniera più adeguata alle sfide dell’immediato futuro. Allo stesso tempo è necessario creare una rete di protezione e sicurezza che li porti a scegliere e decidere in maniera serena e consapevole assicurando la certezza di una Comunità unita che si muove all’unisono.

Il nostro Ateneo, ad esempio, ha istituito nel 2019 i GOAL (Green Office dell’ALma mater) ovvero due piccoli parlamenti in cui si discutono le tematiche e i progetti di Sostenibilità. Si tratta di realtà di 15 persone di cui 8 (la maggioranza) sono studenti mentre gli altri componenti sono Docenti e Personale Tecnico Amministrativo. È stato un passo enorme per l’Ateneo che, di fatto, mette le proprie strategie in mano ai ragazzi stessi, per alcuni versi è un vero ritorno all’Alma Mater Studiorum degli albori. È significativo notare che gli studenti, quando vengono sensibilizzati e coinvolti reagiscono in maniera davvero responsabile. Per questo si può guardare al futuro con consapevole ottimismo, gli studenti di oggi saranno un’ottima classe dirigente che saprà guidarci verso un ecosistema più sostenibile e coeso, meglio di quello che avranno ricevuto dalla generazione precedente. In realtà è proprio l’ottimismo il vero significato della Sostenibilità stessa che mira alla creazione di una Comunità empatica e inclusiva.

 

Andrea Braschi

Nato a Cesena, si laurea all’Università di Bologna in Ingegneria Civile per poi dedicarsi alla libera professione. Nel 2001 viene assunto dall’Alma Mater di Bologna come Responsabile dell’edilizia dei Poli di Cesena e Forlì per poi diventare Dirigente dell’Area Edilizia e Sostenibilità nel 2008, ruolo che tuttora ricopre. Si è specializzato in gestione dei patrimoni immobiliari al Politecnico di Milano e nella gestione delle opere pubbliche presso la SDA Bocconi di Milano. Dopo una breve parentesi come membro della RICS (Royal Institution of Chartered Surveyors) nel 2018 diventa il coordinatore del Gruppo di Lavoro “Edilizia e Sostenibilità”, promosso dal CODAU, che raccoglie le esperienze di tutte le Università italiane

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