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Secondo il Rapporto 2021 del CEN-Circular Economy Network, l’Italia è leader europea per la circular economy. Ecco come l’economia circolare può trainare la transizione ecologica
L’Italia continua a raggiungere grandi traguardi in Europa in tema di economia circolare: per il terzo anno consecutivo, il Paese è tra le cinque maggiori economie del Vecchio Continente quando si parla di circolarità. Nello specifico, secondo il Rapporto 2021 del CEN, Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia sono i Paesi che, attualmente, hanno raggiunto i livelli più alti di circolarità (il Regno Unito, con l’uscita dall’UE, è fuori dalla classifica).
Per effettuare la valutazione, gli addetti ai lavori hanno analizzato diversi fattori, dalla produzione al consumo, dalla gestione dei rifiuti al riutilizzo. Per ogni area è previsto un punteggio; la somma dei punteggi ha generato un indice di performance che, nel 2021, conferma la medaglia d’oro dell’Italia. Il Paese è in testa con 79 punti, seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e dalla Polonia con 54.
I dati del Rapporto CEN
I dati discussi sono emersi dal Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021 realizzato dal CEN-Circular Economy Network – la rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e un network di aziende e associazioni di impresa – in collaborazione con Enea. Il Rapporto è stato illustrato in diretta streaming dal presidente CEN Edo Ronchi e dal direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea Roberto Morabito. Hanno preso parte alla conferenza anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, l'eurodeputata Simona Bonafè, il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, il Segretario generale CGIL Maurizio Landini e la vicepresidente di Confindustria Maria Cristina Piovesana. Il tema centrale del Rapporto 2021 verte sull’apporto che l’economia circolare può dare alla lotta ai cambiamenti climatici.
Relativamente a questo aspetto, l’Italia ha messo in atto delle misure incoraggianti, ma non ancora sufficienti. Nel 2020 sono stati approvati i decreti legislativi di recepimento delle direttive in materia di rifiuti contenute nel Pacchetto economia circolare, con l’obiettivo di generare un riciclo di almeno il 65% dei rifiuti urbani entro il 2035 e ridurre a meno del 10% entro la stessa lo smaltimento in discarica. In più, entro marzo 2022 è prevista l’approvazione del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. Accanto alla questione rifiuti, c’è il nuovo Piano Transizione 4.0, che include agevolazioni per gli investimenti delle imprese finalizzati all’economia circolare.
Secondo Edo Ronchi, presidente del CEN, “Il nuovo governo e in particolare il nuovo Ministero della Transizione ecologica hanno il compito di migliorare e completare l’attuale bozza: bisogna rafforzare le misure per l’economia circolare”. Per il Presidente Ronchi, questo non può prescindere da un lavoro sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Nella corsa verso un nuovo modello circolare il nostro Paese è tra i paesi leader in Europa, ma stiamo perdendo posizioni. È un’occasione che non possiamo mancare, non solo per l’ambiente ma anche per la competitività delle aziende italiane. Il PNRR può dare pertanto una spinta importante per superare gli ostacoli che frenano l’innovazione e valorizzare al meglio le potenzialità italiane, e per la ripresa degli investimenti e dell’occupazione”.
La situazione italiana
L’Italia ha conseguito il punteggio migliore tra i Paesi europei in tema di economia circolare. Rispetto al consumo interno di materiali, l’Italia si aggira sui 490 Mt nel 2019, stabile rispetto all’anno precedente. Stessa costanza anche per il consumo di energia (116.000 TEP l’anno). La produzione pro capite di rifiuti urbani in Italia nel 2019 rimane costante a 499 kg/abitante, contro la media europea di 502 kg/ab. Il riciclo dei rifiuti urbani è del 46,9%, in linea con la media europea. Ben superiore alla media europea è la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti dell’Italia, che si attesta al 68%, contro una media del 57%, al primo posto in Europa. Il tasso di utilizzo circolare di materia in l’Italia nel 2019 è al 19,3%, superiore alla media UE che si attesta all’11,9%. Infine, l’occupazione nei settori della riparazione, del riutilizzo e del riciclo vede l’Italia al secondo posto dietro alla Polonia, ma avanti a Francia, Germania e Spagna.
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