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Il 2020 e il 2021 saranno ricordati in futuro come due anni molto particolari. L’intera umanità è stata piegata da un virus, definito spesso dai media “il nemico invisibile”, che ha causato nel mondo oltre 3 milioni di vittime ed una crisi economia e finanziaria senza precedenti.
I Governi di tutti i paesi hanno imposto diversi limiti alle libertà individuali al fine di arginare la pandemia e fare in modo che il prima possibile ci si potesse dedicare alle attività che prima dei tanti lockdown erano considerate normali e che, invece, sembrano spesso lontane chimere visto che è consentita “libertà di movimento” unicamente ai pensieri. In un clima di forti tensioni il Parlamento europeo dunque lo scorso 15 dicembre 2020 ha approvato la proposta della Commissione europea di nominare il 2021 come l’Anno europeo delle ferrovie sinonimo del fatto che prima o poi, seppur lentamente, la normalità avrebbe fatto nuovamente ingresso nelle vite di tutti noi.
La libertà di circolazione in Europa
Le prime disposizioni europee dettate in materia di circolazione risalgono al 1957, anno in cui è stata istituita la Comunità economica europea (CEE). All’epoca gli unici soggetti a poter usufruire della libera circolazione erano unicamente i c.d. “lavoratori dipendenti o prestatori di servizi”. Con il Trattato di Maastricht del 1992, noto anche come Trattato sull’Unione europea, non soltanto la Comunità economia europea è stata sostituita dalla Comunità europea (CE) ma è stato rafforzato il concetto di cittadinanza europea, lo status che consente ai cittadini europei di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri.
Il trasporto ferroviario in Europa
Gli europei sono da sempre un popolo di esploratori e di viaggiatori. A partire dall’epoca dei Greci e dei Romani con le celebri “colonie”, celebri sono state le scoperte realizzate in tema di viaggi. Il 9 dicembre 2020 la Commissione europea ha presentato la “Strategia per una mobilità intelligente e sostenibile” un documento programmatico con cui, al fine di ridurre del 90% le emissioni del settore trasporti entro il 2050, stabilisce un action plan che prevede la realizzazione di 82 progetti suddivisi in 10 flagships (iniziative faro) per rendere il trasporto europeo più sostenibile. Iniziativa che poi è stata favorevolmente accolta dal Parlamento europeo.
Tra gli obiettivi previsti per il 2030 la Strategia prevede tra l’altro il raddoppiamento del traffico ferroviario ad alta velocità in tutta Europa. In Europa si stima che il trasporto determini circa il 25% di emissioni di gas serra di cui il settore ferroviario è responsabile dello 0,4% di emissioni di CO2 in quanto la maggior parte delle reti è elettrificata ma molto spesso obsoleta, generando ritardi e malcontento nei passeggeri.
Rafforzata la tutela dei diritti dei passeggeri ferroviari
Il 29 aprile scorso il Parlamento europeo ha approvato una revisione del regolamento sui diritti dei passeggeri ferroviari. Il nuovo regolamento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 12 maggio 2021 e sarà applicabile a partire dal 6 giugno 2023. Il nuovo testo prevede un rafforzamento dei diritti dei passeggeri del trasporto ferroviario. Nel caso in cui sia prevedibile alla partenza o in caso di perdita di coincidenza o di soppressione che il ritardo sia almeno di 60 minuti, l’impresa ferroviaria dovrà offrire immediatamente al passeggero le seguenti alternative:
- ottenere il rimborso integrale del biglietto;
- proseguire il viaggio o seguire un itinerario alternativo, a condizioni di trasporto
- simili, verso la destinazione finale non appena possibile;
- proseguire il viaggio o seguire un itinerario alternativo, a condizioni di trasporto simili, verso la destinazione finale a una data diversa.
Nel caso in cui le opzioni alternative non siano comunicate al passeggero entro 100 minuti dall’ora di partenza prevista, lo stesso non solo avrà il diritto di scegliere una forma di trasporto pubblico alternativa (ferrovia, autobus o pullman) ma l’impresa ferroviaria dovrà rimborsare al passeggero i costi sostenuti.
Lo stato del sistema ferroviario in Italia
“Le ferrovie giocano un ruolo cruciale per connettere le diverse aree dei territori dell’Unione e anche per riequilibrare i divari esistenti tra le diverse aree del nostro Paese con soluzioni di intermodalità. Per questo, gli investimenti inseriti nel Piano di Ripresa e Resilienza saranno fortemente concentrati nel Mezzogiorno” ha commentato qualche settimana fa il Ministro dei Trasporti e della Mobilità Sostenibili, Professor Enrico Giovannini.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, inviato lo scorso 30 aprile alla Commissione europea, sono stati difatti stanziati dal Governo ben 24,77 miliardi di Euro al fine di realizzare investimenti nel settore ferroviario. Parte delle risorse saranno inoltre utilizzate per ridurre il gap infrastrutturale che vi è tra Nord e Sud Italia. Gli interventi previsti per il Meridione interesseranno 30 stazioni di importanza strategica per il Paese non solo da un punto di vista trasportistico ma anche turistico quali Reggio Calabria, Palermo Notarbartolo, Oristano.
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