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La mobilità sostenibile è ormai al centro della politica programmatica sia dell’Unione europea che degli Stati membri.
Emblematica in tal senso è la nomina di qualche settimana fa da parte del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Professor Enrico Giovannini, di due Commissioni di studio volte al fornire importanti contributi nella realizzazione di opere infrastrutturali sostenibili in Italia.
Per quanto riguarda invece il panorama comunitario, si evidenzia che lo scorso 13 aprile la Corte dei conti europea ha pubblicato la Relazione speciale 05 “Infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici: vi sono più stazioni di ricarica ma la loro diffusione non uniforme rende complicato viaggiare nell’UE” il cui fine è quello di rendicontare lo stato dell’arte europeo delle infrastrutture nel settore mobilità.
Cos’è e cosa prevede la Relazione speciale
La Relazione speciale è stata redatta sulla base del lavoro svolto da un’equipe di audit presieduta da Iliana Ivanova, Membro della Corte dei conti europea specializzata nei settori di spesa riguardanti gli investimenti a favore della coesione, della crescita e dell’inclusione. Il documento, oltre a fornire una dettagliata analisi sull’importanza della mobilità sostenibile nel processo di transizione ecologica, sottolinea come in realtà ci siano ancora molti aspetti che devono necessariamente essere migliorati.
La Relazione speciale dedica difatti le ultime pagine ad una serie di conclusioni e raccomandazioni indirizzate non solo agli Stati membri ma anche alla Commissione europea, l’istituzione a cui spetta l’arduo compito di condurre il vecchio continente alla neutralità climatica entro il 2050. In particolare la Corte dei conti europea, nel sottolineare come in Europa ci siano ancora delle difficoltà legate agli spostamenti con veicoli elettrici, invita la Commissione europea tra l’altro a:
- istituire dei requisiti minimi per le infrastrutture di ricarica elettrica per la rete TEN-T, ad esempio definendo la dimensione geografica dei punti di ricarica;
- redigere una tabella di marcia strategica per l’elettro-mobilità al fine di utilizzare al meglio i finanziamenti derivati dall’MCE (Meccanismo per Collegare l’Europa);
- svolgere un’analisi delle carenze infrastrutturali al fine di individuare correttamente le aree in cui costruire i progetti;
- assicurarsi che le infrastrutture finanziate in quanto considerate sostenibili rimangano attive per molto tempo e possano essere usufruite in maniera omogenea da parte di tutti gli operatori.
Un dato che merita una profonda riflessione è rappresentato dal fatto che la Corte dei Conti sottolinea come, considerata l’attuale situazione, l’Europa sia ancora lontana dall’obiettivo previsto dal Green Deal secondo cui entro il 2025 sarebbero stati costruiti un milione di punti di ricarica.
Il ruolo della Corte dei conti europea
La Corte dei conti europea ha sede a Lussemburgo ed è l’istituzione volta a controllare che l’utilizzo dei finanziamenti stanziati dall’Unione avvenga correttamente. I membri, ciascuno per ogni Stato membro, sono nominati dal Consiglio europeo e rimangono in carica per 6 anni rinnovabili. E’ suddivisa in sezioni ad hoc, gruppi di audit, il cui compito è di redigere relazioni e pareri che successivamente sono adottati ed ufficializzati da parte della Corte. A partire dal 2016 è presieduta da Klaus-Heiner Lehne.
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