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Torna in auge la questione del nucleare in Italia. L’aula della Camera nella seduta del 13 aprile ha approvato con 409 voti favorevoli, 22 astenuti e 1 contrario la mozione in materia di individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi (di seguito la mozione).
La pubblicazione della CNAPI
Il 5 gennaio Sogin S.p.A., la società che si occupa dello smantellamento, della messa in sicurezza degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi in Italia, ha pubblicato la Carta Nazionale dei siti potenzialmente idonei alla costruzione dello stabilimento dei rifiuti radioattivi (di seguito la CNAPI), suscitando l’immediata reazione da parte dei più. La CNAPI difatti individua 67 aree, dislocate in tutta la penisola, potenzialmente idonee per la realizzazione del deposito nazionale, il luogo in cui dovranno essere conferiti il combustibile irraggiato e i rifiuti radioattivi presenti in Italia.
La pubblicazione della CNAPI, oltre ad aver avviato l’apertura di un dibattito pubblico, ha suscitato l’immediata reazione da parte dei governatori di alcune Regioni che hanno alzato le barricate, opponendosi dunque alla creazione del futuro deposito nazionale all’interno del proprio territorio.
Cosa prevede la mozione
La mozione del 13 aprile sottolinea non solo la delicatezza della tematica ma anche e soprattutto il dovere delle istituzioni di coinvolgere in maniera graduale ed attenta la società civile. Nel documento difatti il Governo si impegna a porre in essere, tra l’altro, le seguenti attività:
- “adottare tutte le opportune iniziative, nell’ambito della leale collaborazione tra enti istituzionali, per porre rimedio alle carenze di informazione ufficiale intervenute […];
- Attivare la massima condivisione con i territori interessati e una strategia di effettivo coinvolgimento delle regioni in tutto il processo successivo per la scelta dei siti definitivamente idonei;
- Adottare iniziative per informare i cittadini sulla procedura tecnica fino ad oggi attivata per giungere alla redazione della CNAPI;
- Informare gli enti territoriali sulle effettive e congrue compensazioni economiche e di riequilibrio ambientale e territoriale che dovranno essere assegnate ai territori che ospiteranno il deposito nucleare per tutto il periodo di giacenza di rifiuti nucleari […]”.
La procedura di infrazione: la mancata attuazione della Direttiva EURATOM
Al fine di fornire una compiuta disamina del contesto in cui si inserisce la CNAPI preme sottolineare come l’Italia sia stata destinataria da parte della Commissione europea nel mese di ottobre 2020 di una procedura di infrazione. Oggetto dell’accusa è il non avere adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi conformemente a quanto disposto dalla Direttiva 2011/70/EURATOM del Consiglio del 19 luglio 2011 (di seguito la Direttiva EURATOM).
La Direttiva EURATOM prevede difatti all’Articolo 14 che “gli Stati membri trasmettano alla Commissione una relazione sull’attuazione della stessa per la prima volta entro il 23 agosto 2015, e successivamente ogni tre anni.” Disposizione non rispettata da parte di Italia, Austria e Croazia e che ha comportato dunque l’ammonimento da parte della Commissione europea.
Nelle linee programmatiche del neo Ministro della Transizione ecologica per ciò che riguarda il settore energetico figura, tra l’altro, la sfida rappresentata dalla sicurezza nucleare e dalla disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi.
Sicuramente il tema nucleare, considerati anche i recenti episodi di cronaca proveniente dal mondo nipponico, può destare un minimo di preoccupazione considerata la scarsa conoscenza e la poca informazione che circola a riguardo ma per poter giudicare occorre prima liberarsi da qualsiasi pregiudizio e lasciarsi guidare dalla conoscenza. D’altronde, come scriveva Italo Calvino in Palomar, “La conoscenza del prossimo ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso”.
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