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L'undertourism è la tendenza a privilegiare mete nazionali o addirittura regionali, alla scoperta di luoghi poco conosciuti e gettonati, ma non per questo meno affascinanti.
Ci sono mete turistiche blasonate e prese d'assalto e ci sono, invece, località che- per quanto vicine, spesso meravigliose- non godono dell'attenzione che meriterebbero. L'undertourism - opposto all'overtourism per sua stessa essenza - è la tendenza a prediligere per i propri viaggi di piacere luoghi poco conosciuti, che coniugano allo svago e al relax la possibilità di godere dei propri spazi e dei propri ritmi. Qualità che, soprattutto ai tempi di una pandemia che impone distanze e inibisce gli spostamenti, possono rivelarsi preziose per rilanciare, almeno parzialmente, il settore turistico in Italia.
Undertourism vs overtourism
Undertourism è un termine anglosassone coniato per descrivere la tendenza a privilegiare - per le proprie vacanze - località poco note, non affollate, ma non per questo meno apprezzabili. Si tratta di destinazioni spesso nazionali, se non addirittura regionali, raggiungibili in poco tempo senza imbarcarsi su aerei o navi veloci. Si accompagna a un viaggiare lento, in auto, bicicletta o addirittura a piedi, alla ricerca del giusto spazio per sé e i propri accompagnatori.
L'undertourism si contrappone all'overtourism, al turismo di massa che per decenni ha inondato di folla, in tutto il mondo, le località turistiche più blasonate. A discapito, in molti casi, della qualità dell'offerta, del portafoglio e dell'ambiente.
Le ricadute ambientali dell'undertourism
Rallentare e guardare oltre le destinazioni più scontate è una tendenza che la sociologia del turismo ha constatato già negli ultimi anni. Viaggiare, ormai, è per molti un'attività che riflette i propri ideali e le proprie scelte quotidiane in campo economico, etico e socio-ambientale. Secondo i rilevamenti del rapporto “Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo”, realizzato nel 2019 dalla Fondazione UniVerde, la sensibilità per il turismo sostenibile e l’ecoturismo era - prima dell'avvento della pandemia - un trend in crescita, destinato a un ulteriore aumento negli anni a venire.
L'undertourism si rivolge proprio a un target di viaggiatori che, fra le proprie priorità, inseriscono spostamenti poco impattanti, rispetto per l'ecosistema che li andrà ad accogliere, volontà di sostenere l'economia locale con i propri acquisti consapevoli e desiderio di scoprire il territorio senza deturparlo con grandi numeri o grosse strutture. Il tutto in realtà che hanno l'opportunità di promuovere i propri luoghi offrendo eccellenze gastronomiche, attività naturalistiche e itinerari alla scoperta di biodiversità, cultura e tradizioni.
Viaggi e pandemia
In un periodo storico in cui la forte necessità di evadere dal proprio quotidiano contrasta con le restrizioni fisiche ed economiche che la pandemia ha imposto, la scelta di volgere la propria attenzione a mete più vicine e “ariose”- percepite come più sicure- si è diffusa ulteriormente. In molti si chiedono, come è lecito, come sarà il modo dopo la crisi pandemica e, nello specifico, quale forma prenderà il turismo nei prossimi anni. In questo senso, l'opzione di destinazioni alternative, che permettano di evitare il sovraffollamento di alcune mete, potrebbe diventare la chiave per entrare in contatto con luoghi sconosciuti o sottovalutati, riducendo al contempo l'inquinamento e l'impatto ambientale che la massa porta con sé.
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Cariche&Poltrone #37
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