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Secondo un recente dossier di Symbola e Comieco, con il 79% l'Italia si piazza in cima alla classifica europea per il tasso di riciclo sulla totalità dei rifiuti. Un primato che comporta ripercussioni positive in termini di circolarità e di risparmio di emissioni climalteranti.
Buone notizie per l'Italia del riciclo. Secondo il rapporto “L’economia circolare italiana per il Next Generation EU”, realizzato da Fondazione Symbola e Comieco, il Belpaese possiede in Europa la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79% con una incidenza più che doppia rispetto alla media UE. Inoltre, l'Italia è anche uno dei pochi Paesi europei che, dal 2010 al 2018, ha comunque migliorato le sue prestazioni (+8,7%).
Il dossier
Secondo il dossier, introdotto ufficialmente il 20 marzo scorso alla presenza del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, la percentuale di riciclo italiana è ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei: la Francia fa registrare, infatti, il 56%, il Regno Unito il 50%, la Germania il 43%. L'Italia ha migliorato le sue prestazioni nel riciclo industriale delle cosiddette frazioni riciclabili classiche (acciaio, alluminio, carta, vetro, plastica, legno, tessili) ed è il Paese europeo con la maggiore capacità di riciclo anche in valore assoluto. Nel quadro generale dell'industria manifatturiera nazionale, il recupero e riciclo della materia seconda appare fondamentale: le materie prime impiegate in tale settore (produzioni siderurgiche e metallurgiche, ma anche produzione cartaria, vetraria, plastica e in alcuni settori dell’arredamento) sono prevalentemente “materie prime seconde” recuperate post-produzione o post-consumo.
Il valore del riciclo
Una filiera - quella del riciclo - che combina vantaggi ambientali a un valore economico di tutto rispetto. Dalla raccolta alla preparazione fino al riciclo industriale, tale catena vale complessivamente oltre 70 miliardi di euro di fatturato, 14,2 miliardi di valore aggiunto e oltre 213.000 occupati. Numeri a cui si accompagna un risparmio di emissioni quantificabile e quantificato nel rapporto. Nello specifico, si è calcolato che il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. L’insieme delle emissioni di CO2eq evitate (dirette e indirette) attraverso il riciclo di materia operato in Italia vale l’85% delle emissioni dirette di gas climalteranti generate dalla produzione elettrica dell’Italia (63 Mt di CO2eq dal riciclo contro 74,5 Mt CO2eq dalla produzione elettrica 2020).
La circolarità del sistema cartario
Secondo il dossier, il sistema cartario è uno dei settori industriali leader nell’economia circolare, nell’uso di risorse rinnovabili e nella capacità di riciclo. “La filiera di carta e cartone – con un tasso di utilizzo della carta da riciclare che sfiora il 60% e un indice di riciclo degli imballaggi dell’80% – è uno degli attori principali della transizione ecologica del Paese” ha affermato Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “Nell’ottica del Recovery Fund può certamente fare di più per assorbire l’incremento atteso della raccolta differenziata di carta e cartone, la cui crescita è stimata in circa 800.000 tonnellate nei prossimi anni, e ridurre e valorizzare gli scarti di lavorazione industriale (arrivando a recuperare fino al 90% della fibra cellulosica), con una conseguente crescita occupazionale di tutto l’indotto”.
Riciclo ed economia circolare per ridurre le emissioni
L’alta percentuale di riciclo è un parametro fondamentale dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Non solo per quanto riguarda la riduzione delle quantità di rifiuti da smaltire e per la riduzione dei consumi di materie prime, ma - come sottolineato in precedenza - anche perché l'utilizzo di materia già trasformata determina un notevole risparmio nel consumo di energia e nelle emissioni climalteranti. “Affrontare con coraggio la pandemia e la crisi climatica non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro” ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.
“Ha fatto dunque benissimo l’Unione Europea ad indirizzare le risorse del Next Generation EU e larga parte del bilancio comunitario 2021-2027, per mettere in sicurezza le comunità e rilanciare l’economia, su coesione-inclusione, transizione verde, digitale. Azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050 è una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. L’apporto di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. L’Italia può dare un contributo importante a questa sfida in tanti settori in cui è già protagonista. A partire dall’economia circolare che ci vede raggiungere risultati doppi rispetto alla media europea e molto superiori a quelli di tutti i grandi Paesi, è possibile aumentare almeno di 7 milioni di tonnellate il risparmio annuo di CO2 entro il decennio”.
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