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Intervista a Nicole Hablé, Senior Advisor Affari Economici e Mobilità Sostenibile presso l'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi.
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A seguito di GECO Expo - la prima fiera virtuale italiana che unisce la sostenibilità al turismo esperienziale, alla mobilità e all’energia, tenutasi dal 28 al 30 gennaio - abbiamo avuto l'occasione di intervistare Nicole Hablé, Senior Advisor Affari Economici e Mobilità Sostenibile per l'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi.
Sentir parlare di “mobilità” in questo periodo fa sognare molti di noi, considerate le restrizioni delle libertà individuali e l’immobilismo con cui conviviamo da parecchio tempo. Nel momento storico che stiamo attraversando senza alcun dubbio la bicicletta, assieme al monopattino elettrico, può essere considerata l’emblema di un nuovo modello di trasporto urbano in quanto ecologica e in grado di assicurare anche distanziamento sociale. Questo mutamento di paradigma richiede un grande supporto da parte delle Istituzioni nell’adozione, promozione e sponsorizzazione di politiche in cui la mobilità sia vista con occhi diversi da parte dei cittadini. Secondo Lei per sensibilizzare ancor di più i cittadini nel mutamento di paradigma cosa potrebbero fare le Istituzioni?
Le Istituzioni dovrebbero aumentare la conoscenza in merito ai benefit che derivano dalla mobilità sostenibile. A tal proposito le Istituzioni potrebbero:
- Sviluppare e formare professionalità in grado di fornire lezioni di traffico e in bici (incoronato col diploma bici) alle elementari in tutto il Paese;
- Organizzare delle lezioni sul traffico e corsi di formazione rivolti agli automobilisti in merito all'uso della bici;
- Fare campagne di comunicazione nazionali sui benefit dell’uso della bici( salute, riduzione delle spese, riduzione del tempo speso nel traffico e miglioramento degli spostamenti in città);
- Fornire degli incentivi ad hoc per il singolo cittadino;
- Incentivare i datori di lavoro a promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto;
- Incoraggiare i comuni e le compagnie di assicurazione a includere il ciclismo nei programmi di prevenzione per i gruppi ad alto rischio;
- Sviluppare, insieme alle assicurazioni sanitarie e ai servizi di salute e sicurezza, azioni e incentivi (finanziari) per incoraggiare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per i propri dipendenti (bike 2 work).
L’attenzione rivolta al ciclista in Italia non è ancora uniformemente distribuita. Vi sono infatti alcune zone della nostra penisola in cui il ciclista viene considerato più come un pericolo che come un utente della strada al pari dell’automobilista. Cosa si potrebbe fare per attribuire la giusta importanza anche ai ciclisti, classe che sembrerebbe sempre più in aumento?
Innanzitutto, dare più spazio sicuro alla bicicletta in città, progettare degli spazi di circolazione, soprattutto in città e progetti di ricerca per chiarire qual sia il nuovo approccio da adottare, migliorando le conoscenze e le capacità di progettazione. Magari si potrebbero avviare delle collaborazioni con realtà, come quelle olandesi, che hanno un’esperienza di vari decenni in merito.
Questo significa anche andare oltre ai singoli spazi di circolazione, adottare nuove strategie nella pianificazione urbanistica, nel modo in cui si costruiscono gli edifici, nel modo in cui si garantisce l'accessibilità in bicicletta ai vari spazi urbani e all’utilizzo di nuove e moderne ITC che possano garantire informazioni sui movimenti ciclistici. L'utilizzo di queste nuovi nuovi strumenti sarebbe d'aiuto per migliorare le politiche ciclistiche. Per lo sviluppo e il miglioramento delle politiche ciclistiche occorrerebbe:
- Fornire sufficiente attenzione e spazio per i ciclisti e contestualmente creare piani d’implementazione di tali spazi;
- Adottare principi di sicurezza come standard progettuali da adottare per la costruzione di strade e di incroci ed investire in piste ciclabili sicuri di “ultima generazione” (incrementare la qualità di quelle già esistenti dove è necessario);
- Fornire parcheggi per bici sufficienti e adeguati;
- Verificare se sia nuove allocazioni e disposizioni dello spazio di transito che l'introduzione di nuovi limiti di velocità per veicoli in alcune città possano di fatto portare al miglioramento della circolazione ciclabile.
Il turismo è uno dei settori fortemente colpiti dalla crisi pandemica. L’utilizzo della bicicletta potrà rappresentare una chiave di svolta per gli spostamenti e portare anche alla scoperta di luoghi che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere. Quali sono a Suo avviso delle infrastrutture innovative che potrebbero supportare e rafforzare il ruolo della bicicletta in questa attività?
Infrastrutture innovative che potrebbero supportare e rafforzare il ruolo della bicicletta nel turismo sono le super ciclabili (o autostrade della bici) sono piste ciclabili innovative di alto livello riservate ai ciclisti per il pendolarismo rapido e diretto su lunghe distanze e possono rappresentare direttrici con un alto potenziale cicloturistico, perché in grado di collegare i luoghi di maggiore interesse in maniera veloce, lineare e intuitiva. Le super ciclabili devono prevedere servizi di manutenzione regolare come il servizio di pulizia della pista, soprattutto in caso di fogliame a terra. Nel periodo invernale deve essere previsto il servizio di sgombero neve, devono essere dotate di illuminazione pubblica e avere stazioni di servizio/assistenza (pompe per il gonfiaggio ruote, manutenzione della bici, servizi di supporto).
Arcadis Italia, insieme a Decisio ed in collaborazione con Move Mobility (tutte e 3 aziende d’origine Neerlandese), hanno avuto l’incarico di sviluppare un progetto strategico che consiste nel definire il tracciato della prima autostrada ciclabile italiana. Il percorso andrà dall’aeroporto Milano Malpensa alla stazione di Cadorna.
Questa superhighway ciclabile sarà di grande importanza per il ciclo-turismo: per la prima volta sarà possibile arrivare in aereo a Malpensa e arrivare in bici a Milano, attraversando i Navigli. I 72 km di tracciato seguiranno in parte il percorso della ferrovia e favoriranno anche l’interscambio fra treno e bicicletta. Il progetto prevede una serie di servizi: assistenza, ristoro, informazione, noleggio e interscambio treno-bici. L’inaugurazione del progetto è prevista per il 2026.
A parte le super ciclabili un’ultima tendenza nei Paesi Bassi sono i progetti “flagship”; ovvero progetti a forte vocazione mediatica e d’immagine. In Olanda i progetti “flagship” riguardano opere architettoniche, quali ponti e piste ciclabile create da artisti. Questi progetti servono sia come strumento di branding e promozione dell’immagine ciclistica, sia come politica di “premiazione” del ciclo-turista. Con l’enorme patrimonio culturale e naturale esistente in Italia, questi progetti potrebbero essere realizzati abbastanza facilmente. Associazioni come il FAI stanno già pensando a realizzare questa tipologia di percorsi.
N.d.A. Per chi volesse approfondire sia le 3 tematiche in oggetto che molto altro, segnalo lo studio “CoVivere – la mobilita italiana oltre il Covid19”. Questo studio è stato redatto dall’azienda Decisio, coordinatrice del biciplan Piemonte, in collaborazione con vari Comuni italiani e 15 aziende Neerlandesi. Nello studio vi sono spunti e soluzioni in merito al tema della mobilità sostenibile italiana.
NICOLE HABLÉ
Nicole Hablé, nata a Vienna nel 1965 e laureata nei Paesi Bassi in Storia e Scienze Politiche, dopo una lunga esperienza in vari Multinazionali e organizzazioni Non for Profit, lavora dal 2019 all’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma, dove è Responsabile di un progetto speciale sulla Mobilità Sostenibile. Le sue attività si concentrano soprattutto sulla condivisione delle conoscenze Neerlandesi e la promozione di collaborazioni Italo-Neerlandesi in questo campo. Qualche risultato importante: lo studio “CoVivere- la mobilità italiana oltre il Covid19” al quale hanno collaborato 8 citta’ Italiane e 16 realtà Neerlandesi e l’intesa sottoscritta con l’Osservatorio della Bikeconomy.
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