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La rubrica realizzata su base settimanale, pubblicata nella giornata del lunedì si basa sulla redazione di articoli aventi ad oggetto l’analisi tecnico giuridica dei principali provvedimenti normativi, nazionali e comunitari, in materia di ambiente. Per informazioni scrivete a: francesca.pitrelli@nonsoloambiente.it
Lo scorso 11 dicembre il Garante per la protezione dei dati personali (d’ora in poi il Garante) ha pubblicato nella sezione Faq del proprio sito un vademecum ad hoc per i Comuni per la gestione dei rifiuti urbani in fase pandemica da Covid19, “Faq sulle problematiche connesse all’emergenza Coronavirus riguardo alla raccolta dei rifiuti urbani”.
Obiettivo del documento è stimolare i Comuni ad adottare una strategia che permetta non solo di gestire efficacemente il problema dei rifiuti in fase pandemica ma anche di assicurare una piena tutela del diritto alla privacy di coloro che hanno contratto il virus o sono in isolamento. Lo scorso novembre un’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in alcuni Comuni della Toscana ha consegnato agli utenti positivi al virus e in quarantena, segnalati dalle Autorità Sanitarie Locali, un kit comprensivo di sacchi rossi da utilizzare per raccogliere i rifiuti prodotti e lasciarli sulla pubblica via.
“È preciso dovere di questa Autorità stimolare una riflessione pubblica su tali problemi e monitorare attentamente e quotidianamente che il principio di proporzionalità, ovvero il punto di equilibrio tra tutela della collettività e tutela dei singoli, sia effettivo nelle sue applicazioni pratiche e non diventi uno slogan da convegno. L'emergenza che stiamo vivendo è, sotto questo profilo, un test continuo e difficilissimo. Ma è solo così, passo dopo passo, che si potrà affermare nel nostro Paese un'autentica cultura della privacy di cui abbiamo bisogno. Come dimostra la vicenda dei sacchetti colorati” ha commentato su un quotidiano nazionale Ginevra Cerrina Feroni, Vice Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
Nelle FAQ pubblicate a dicembre, il Garante ha proposto ai Comuni l’adozione di una serie di strumenti quali ad esempio un preavviso telefonico prima del passaggio degli addetti alla raccolta, brevi finestre temporali per il ritiro o ritiro in orari notturni. Espedienti che potrebbero contestualmente ridurre il tempo di permanenza del contenitore o del sacco in prossimità dell’abitazione del malato e sottrarre lo stesso, nonché gli eventuali componenti del nucleo familiare, alla gogna mediatica. A marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato una guida per prevenire e affrontare lo stigma sociale associato al Covid-19 destinato a Istituzioni governative, media e organizzazioni locali.
La guida definisce lo stigma sociale in ambito salute "l'associazione negativa tra una persona o un gruppo di persone che hanno in comune determinate caratteristiche e una specifica malattia. In una epidemia, ciò può significare che le persone vengono etichettate, stereotipate, discriminate, allontanate e/o sono soggette a perdita di status a causa di un legame percepito con una malattia”.
Non può negarsi che la pandemia abbia generato effetti devastanti non soltanto sulla sfera economica ma anche su quella sociale e strettamente personale degli individui. Numerosi studi clinici hanno difatti accertato un rilevante e preoccupante aumento di casi di depressione, ansia e atti autolesivi sulla popolazione. In un momento storico simile decidere quale delle due realtà, diritto alla privacy e contrasto alla pandemia, debba prevalere e per quale motivo è molto difficile se non impossibile. Ciò che è certo è che la coesione sociale e l’adozione di una politica condivisa potranno facilitare un graduale ritorno alla normalità.
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