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Il 10 dicembre 2020 è stato presentato il nuovo rapporto “L’Italia del Riciclo 2020”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e FISE UNICIRCULAR, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di Ispra
L’emergenza sanitaria e la crisi economica e sociale derivata dal Covid-19 ha lanciato una nuova sfida nella gestione dei rifiuti urbani e speciali in Italia. Ad esaminare l’andamento delle attività connesse allo smaltimento dei rifiuti, la nuova edizione de “L’Italia del Riciclo 2020”, svoltasi lo scorso 10 dicembre 2020 in diretta streaming su Ricicla Tv e sulla pagina facebook di Fondazione Sviluppo Sostenibile.
La crisi sanitaria ha innescato una serie di dinamiche a catena: nel breve periodo, gli operatori della gestione dei rifiuti hanno garantito lo smaltimento anche nel periodo emergenziale, cercando di sopperire a problematiche di riduzione delle attività degli impianti. Dall’altro lato, vi sono anche effetti a lungo termine con cui misurarsi, come rallentamenti e tagli degli investimenti programmati nel settore dei rifiuti. Il rapporto Italia del Riciclo 2020 getta luce proprio su questo tema, mostrando lo stato dell’arte e condividendo una serie di proposte per rilanciare il Piano d’azione per l’economia circolare pubblicato dalla Commissione europea a marzo 2020.
Lo stato del riciclo in Italia: i dati
Nel 2019 il riciclo si è tenuto su un buon livello: parliamo di 9,6 Mt di rifiuti da imballaggio avviati a riciclo, il 3% in più rispetto al 2018. In generale, secondo le dichiarazioni di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, l’Italia è prima in Europa per tasso di riciclo dei rifiuti totali, “ma scala al quarto posto quando si tratta di tasso di utilizzo circolare di materia: questo anche perché i rifiuti inerti li usiamo per i riempimenti delle discariche e meno per sostituire le materie prime vergini negli aggregati riciclati”.
Quanto alle diverse filiere, la quota di riciclo degli imballaggi di carta e cartone rimane stabile rispetto al 2018; da segnalare una diminuzione di circa l’1% degli immessi al consumo rispetto all’anno precedente. La raccolta differenziata di rifiuti di imballaggio in vetro ha visto una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, segnando una percentuale di avvio al riciclo rispetto all’immesso al consumo del 77%. Anche la plastica fa registrare un incremento della quantità complessiva degli imballaggi avviati al riciclo rispetto all’anno precedente, pari a 5 punti percentuali. Risultati negativi per gli imballaggi in alluminio, che crescono del 6% (73,4 kt) rispetto al 2018, mentre i quantitativi di rifiuti di imballaggio in alluminio avviati a riciclo diminuiscono del 5%, attestandosi a 51 kt, corrispondenti al 70% dell’immesso al consumo (-8%).
L’impatto della pandemia sulle attività del riciclo
Contestualmente alla presentazione del rapporto, sono stati illustrati durante la conferenza i dati relativi ad un’indagine sull’impatto della pandemia sulle attività del riciclo. L’indagine, condotta dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e FISE Unicircular tra settembre e ottobre 2020, ha potuto contare su un campione composto per il 46% le imprese, per il 33% i consorzi di filiera, per l’8% le Utility, per il 3% le associazioni di categoria e per il 10% altri soggetti (studi di consulenza, enti pubblici e autodemolitori).
Tra i dati, emerge che:
● Più della metà degli intervistati (53%) ha riscontrato riduzioni significative delle raccolte differenziate tra marzo e maggio rispetto allo stesso periodo del 2019;
● Tra giugno e agosto, la percentuale di intervistati che ha riscontrato riduzioni scende sotto al 50%
● Il rifiuto organico è calato del 15% durante il lockdown: questo perché l’aumento del rifiuto domestico è stato bilanciato dalla diminuzione del rifiuto da utenze collettive come mense, ristoranti, pubblici esercizi. Questo “equilibrio” si è ristabilito con la riapertura delle attività commerciali da maggio in poi.
Le soluzioni per uscire dalla crisi
L’indagine ha fatto emergere alcune proposte significative per uscire dalla crisi. In generale, gran parte dei soggetti intervistati chiede una semplificazione burocratica e un’accelerazione dei processi autorizzativi. Sicuramente sarà necessario sopperire alle carenze impiantistiche di alcune aree del Paese, in particolare del centro-sud. Le 8 richieste principali emerse dall’indagine possono essere riassunte in questi punti:
1. Emanazione dei decreti EoW per le tipologie di rifiuti ancora in sospeso;
2. Sostegno al mercato delle materie prime seconde, per esempio attraverso delle leve economiche per l’inserimento delle materie prime seconde nella realizzazione dei nuovi prodotti;
3. Ampliamento dei CAM;
4. Riduzione dell'aliquota IVA per i prodotti riciclati;
5. Controlli maggiori sugli adempimenti delle imprese e sulle piattaforme di vendita online;
6. Semplificazione del processo per la richiesta del credito di imposta per i costi sostenuti a causa della pandemia, accordando un arco temporale maggiore;
7. Contributo a fondo perduto da erogare ai Comuni per coprire i servizi e/o le tasse locali non pagate dalle imprese e dalle famiglie in difficoltà;
8. Snellimento della burocrazia.
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