Gli speleotemi un termometro dal passato
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Gli speleotemi un termometro dal passato

di Katia Berlingeri, di cropped-logo-piccolo-con-simbolo-sopra

Studiare il clima e le variazioni di temperatura del passato non è semplice, ma è fondamentale per comprendere la storia della Terra e della vita.

Cosa sono gli speleotemi?

Si tratta di particolari concrezioni rocciose che si formano prevalentemente in ambiente carsico in seguito alla dissoluzione di rocce calcaree. Tipicamente gli speleotemi si possono rinvenire all’interno di grotte e possono formare le famose stalattiti e stalagmiti ( oltre ad altre tipologie di deposito). Gli speleotemi sono tipici delle zone carsiche, dove troviamo rocce carbonatiche , i minerali che le compongono vengono erosi e disciolti dall’azione dell’acqua e successivamente si ridepositano andando a creare quei magnifici “pinnacoli” che ci affascinano quando visitiamo una grotta.

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A cosa servono?

Negli ultimi decenni la ricerca geologica e speleologica si è molto concentrata su queste particolari formazioni perché sono collocabili con precisione nel tempo, grazie alla datazione uranio-torio. Lo studio degli isotopi stabili di ossigeno e carbonio può inoltre mostrare le variazioni di temperatura e di precipitazioni. Anche la forma delle strutture che si creano può dare un’indicazione in merito alle precipitazioni. Per quanto riguarda le stalagmiti, ad esempio, sappiamo che un flusso d’acqua ridotto da luogo a formazioni più strette, mentre un flusso più abbondante crea formazioni più larghe. Gli speleotemi hanno dimostrato di essere un indicatore affidabile in particolar modo per il periodo Quaternario , in cui viviamo ancora oggi e che è caratterizzato da un’intensa variabilità climatica.

Il nuovo studio

È stato da poco pubblicato su Nature Communication un nuovo studio riguardo gli Speleotemi, la ricerca è stata condotta dall’Università di Pisa insieme all’Università di Melbourne. I ricercatori si sono concentrati su un altro elemento chimico presente negli speleotemi: il Magnesio (Mg). Lo studio è stato condotto su speleotemi subacquei situati nelle grotte dell’Antro del Corchia, in provincia di Lucca ed ha permesso di ricostruire le variazioni di temperatura degli ultimi 350.000 anni. Il rapporto tra le quantità di Calcio e Magnesio nelle rocce carbonatiche è da sempre oggetto di studio.

Fino ad oggi si riteneva che a influire sulla loro concentrazione fossero principalmente le precipitazioni. Questo studio analizza però un’altra ipotesi e sembra dimostrare che siano le variazioni di temperatura, più che le precipitazioni, ad influenzare maggiormente le concentrazioni di Magnesio. In particolare, maggiori concentrazioni di Magnesio si verificherebbero in presenza di temperature medie più elevate, mentre le concentrazioni minori si rilevano in periodi di clima più freddo. Il Magnesio presente degli speleotemi può quindi essere utilizzato come una sorta di “paleotermometro”. Lo studio di queste formazioni è fondamentale per la ricostruzione delle variazioni climatiche del passato; conoscere il passato può aiutarci a comprendere i fenomeni che si stanno verificando oggi nel nostro pianeta e le loro conseguenze. Conoscere la nostra storia climatica è quindi fondamentale per prepararci al futuro che ci attende.

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