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In questi giorni sta circolando la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (d’ora in poi PNRR), il documento programmatico con cui il Governo si impegna a ripartire per ora 196 dei 209 miliardi di Euro provenienti dal Recovery Fund in una serie di progetti che vanno dal settore della digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sino a quello sanitario.
Come è strutturato il PNRR
Il PNRR è strutturato in 6 differenti missioni:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- Istruzione e ricerca;
- Parità di genere, coesione sociale e territoriale;
- Salute.
Ciascuna missione è costituita a sua volta da un determinato numero di linee d’azione (o componenti) in cui sono distribuiti e allocati i fondi per la realizzazione dei relativi progetti. Di seguito un’analisi della parte che si reputa di maggior interesse per quanto riguarda la missione green “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
La Rivoluzione verde e la transizione ecologica
In base a quanto previsto nella bozza del PNRR aggiornata al 6 dicembre, la maggior parte delle risorse destinate all’Italia dal Recovery Fund (circa il 37,9%) servirà a dare attuazione alla missione “Rivoluzione verde e alla transizione ecologica”. L’ammontare complessivo stimato delle risorse per il settore green dovrebbe aggirarsi attorno ai 74,3 miliardi di Euro.
La missione green si compone di quattro linee d’azione:
- Impresa verde ed economia circolare;
- Transizione energetica e mobilità locale sostenibile;
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
- Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.
Gli investimenti nel settore ambientale finanzieranno la realizzazione di 13 progetti che dovrebbero contribuire a ridurre in maniera considerevole le emissioni di CO2 nei prossimi 6 anni. Ciascuna linea di azione ha come scopo il perseguimento di un particolare obiettivo. Impresa verde ed economia circolare in particolare ha come finalità principali, tra l’altro, la promozione della sostenibilità nella filiera agricola e la definizione di un piano di economia circolare. Per realizzare tali obiettivi sono previste due linee d’azione:
- Agricoltura sostenibile, utilizzando strumenti che vadano sia a promuovere interventi di efficientamento energetico degli immobili ad uso produttivo del settore agricolo e zootecnico sia a sostenere dei piani che aiutino le aziende agricole ad abbattere l’impatto ambientale dei trasporti;
- Economia circolare e gestione dei rifiuti il cui obiettivo è strutturato su tre aree di intervento: ammodernamento degli impianti esistenti e realizzazione di nuovi impianti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti; sostegno ad iniziative per ricavare da rifiuti urbani e plastici prodotti chimici e carburanti circolari; sostegno a progetti di decarbonizzazione.
Nella linea d’azione Transizione energetica e mobilità locale sostenibile si sottolinea l’importanza che assumerà l’idrogeno nei prossimi anni. A tal proposito il Governo propone una serie di azioni quali: la crescita di produzione di idrogeno tramite elettrolisi ed investimenti in siti brownfield (siti inquinati a seguito di una particolare attività produttiva che, una volta bonificati, possono essere nuovamente utilizzati), la creazione di stazioni di rifornimento e particolari progetti di ricerca e sviluppo. Nella bozza del PNRR è previsto, inoltre, che obiettivo congiunto del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e dell’Ambiente (MATTM) è di pubblicare la Strategia Nazionale dell’Idrogeno a febbraio 2021.
Uno sguardo d’insieme
Il PNRR si inserisce, quindi, nell’ambizioso progetto del Governo di fare delle priorità ambientali un asset strategico del programma di riforme e di investimenti dei prossimi anni. In questa sede giova sottolineare l’importanza che dovrebbe assumere nei prossimi mesi il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), il documento con cui sono stati stabiliti i principali obiettivi nazionali da raggiungere entro il 2030 in materia di energia e clima ed in particolari settori quali le energie rinnovabili (FER), l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di gas serra e l’interconnettività elettrica.
Il PNIEC, stante quanto riportato nella bozza del PNRR, dovrebbe essere aggiornato nella seconda metà del 2021. Affinché l’Italia partecipi attivamente al processo europeo di transizione ecologica e ottenga una maggiore probabilità di successo dei propri progetti è necessario, quindi, non soltanto che condivida un approccio olistico con le Istituzioni comunitarie, ma anche che adotti con gli stakeholder una strategia programmatica utile a rafforzare la resilienza sia del tessuto economico che sociale.
Di seguito la tabella estrapolata da bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza "Next Generation Italia" - aggiornata al 6 dicembre 2020
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