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Il 13 novembre scorso il Parlamento europeo con 471 voti favorevoli ha approvato il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile (SEIP, Sustainable Europe Investment Plan).
Le Istituzione europee, nonostante il forte clima di incertezza dovuto alla pandemia, continuano a sottolineare l’importanza di attuare delle politiche improntate alla sostenibilità e volte, dunque, ad accelerare il meccanismo di transizione verso un’economia verde e climaticamente neutra entro il 2050.
Cos’è e cosa prevede il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile (SEIP)?
Il Piano di investimenti per un’Europa sostenibile (d’ora in poi SEIP) è il piano con cui verrà finanziato il Green New Deal ed è stato illustrato dalla Commissione europea lo scorso 14 gennaio.
In particolare, il SEIP prevede il raggiungimento di 3 obiettivi nel prossimo decennio:
- 1) la mobilitazione di almeno 1000 miliardi di Euro di investimenti sostenibili messi a disposizione dal bilancio dell’UE;
- 2) la creazione di un quadro favorevole per gli investitori privati e il settore pubblico;
- 3) un sostegno su misura alle amministrazioni pubbliche e ai promotori di progetti per quanto riguarda l'individuazione, la strutturazione e la realizzazione di progetti sostenibili.
Il SEIP rimarca la necessità di implementare gli investimenti soprattutto nel settore dell’energia, dell’edilizia, dei trasporti e dell’agricoltura. La Commissione stima, difatti, che la spesa per il clima e l’ambiente tra il 2021 e il 2030 ammonterà a circa 503 miliardi di Euro.
Quali caratteristiche dovranno avere in futuro gli investimenti secondo il Parlamento europeo?
Nel corso della plenaria del 13 novembre è stato sottolineato come affinché l’Unione europea possa conseguire la tanto agognata neutralità climatica ed attuare un modello improntato sull’economia circolare entro il 2050 sarà necessario incoraggiare investimenti a tutela dell’ambiente. Uno degli obiettivi primari del SEIP dovrebbe essere, infatti, quello di assicurare la transizione delle attività economiche insostenibili a quelle sostenibili. A tal proposito gli eurodeputati chiedono l’eliminazione graduale degli investimenti pubblici e privati in attività economiche dannose per l’ambiente e per le quali sono disponibili alternative economicamente praticabili.
Gli eurodeputati, inoltre, osservano che gli investimenti pubblici e privati possono contribuire alla ripresa e alla resilienza in un’ottica sostenibile soltanto se diretti a investimenti verdi, quali rete elettriche, super-reti, reti intelligenti, efficienza energetica e progetti in economia circolare. Nell’evidenziare il rilevante sostegno che potrebbero offrire gli investitori privati nel delicato passaggio alla transizione green, il Parlamento europeo ritiene che sarebbe opportuno potenziare strumenti innovativi quali i “vivai di progetto” in cui sarebbero coinvolti sia i finanziatori che i promotori dei progetti stessi. Al fine di favorire investimenti sostenibili, giova sottolineare che a giugno di quest’anno il Parlamento europeo ha approvato il testo del Regolamento UE 2020/852 sulla tassonomia delle attività eco-compatibili.
Ai sensi del Regolamento UE 2020/852 per obiettivi ambientali s’intendono a) la mitigazione dei cambiamenti climatici; b) l’adattamento ai cambiamenti climatici; c) l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; d) la transizione verso un’economia circolare; e) la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; f) la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi. Lo scopo della tassonomia è, pertanto, duplice: da un lato rendere i cittadini europei maggiormente consapevoli delle scelte in ambito finanziario, dall’altro indurli ad adottare delle pratiche sempre meno improntate ad una visione strettamente individuale e, pertanto, più attente alla collettività.
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