Plogging, quando correre fa bene all’ambiente
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Plogging, quando correre fa bene all’ambiente

Nato tre anni fa in Svezia, il plogging- ossia raccogliere rifiuti correndo-è ormai un vero e proprio trend virtuoso, che fa bene alla salute e all'ambiente. Praticato da un numero crescente di persone nel mondo, nel 2020 si è svolto in Italia il primo campionato mondiale di plogging.

Plogging vs Littering. Se da un lato c'è la cattiva abitudine di disperdere nell'ambiente rifiuti di ogni genere (litter, per dirlo all'anglosassone), dall'altro c'è un numero crescente di persone che trasforma il ripulire strade, fossi, boschi e spiagge in regolare attività fisica, capace di accostare sport ed ecologia.

Identikit e origini del plogging

Il plogging è infatti un'attività sportiva che consiste nella raccolta di rifiuti mentre si corre. Nato in Svezia nel 2017 grazie al podista Erik Ahlstrom- che ha sentito la necessità di ripulire correndo le strade di Stoccolma- è diventato celebre grazie a una foto su Instagram.

Il termine è un neologismo, combinazione delle parole svedesi "plocka upp" (raccogliere) e "jogging", ed è ormai globalmente utilizzato per indicare quello che- complice l'urgenza ambientale che stiamo vivendo- sta diventando un vero e proprio trend.

Ma cosa serve per iniziare? Essenzialmente, un'adeguata dose di buona volontà, posto che l'equipaggiamento di base (abbigliamento comodo, sacchetto e guanti monouso) sono davvero alla portata di tutti. Proprio a causa delle cattive abitudini diffuse in materia ambientale, inoltre, il plogging può essere praticato dappertutto: in città, nei parchi, in spiaggia, in montagna e ovunque ce ne sia bisogno.

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Il plogging, crescita personale e ricadute positive sull'ambiente

Marco Cortesi, regista, attore, scrittore e convinto promotore del plogging in Italia, lo ha definito come una dipendenza che all'aspetto ambientale accosta una dimensione non trascurabile di crescita personale.

Presentando la disciplina ai microfoni di Attiviamo Energie Positive, progetto di Produzioni dal Basso, sottolinea come la lotta alla plastica, per il plogger, sia una missione : “E' importante riuscire a differenziare sempre i rifiuti. Solitamente il rifiuto di cui andiamo in cerca è la plastica […]. Abbiamo scoperto come il problema delle microplastiche sia davvero globale: il 95% degli uccelli marini e poi indirettamente anche dei pesci ha plastica nei propri intestini. E' stata scoperta plastica nelle nevi sull'Himalaya, è stata scoperta addirittura nella pioggia, negli ortaggi. Stiamo letteralmente affogando nella plastica […]. Il plogging cerca di fermare questo questo processo dannoso”.

Keep Clean and Run e il Campionato Mondiale di Plogging

Sul binomio “corsa” e “raccolta di rifiuti”, l'Italia ne sa qualcosa. Capofila con AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) e protagonista della campagna europea Let's Clean-Up Europe, promuove da sei anni il Keep Clean and Run, eco-trail mirato al recupero di immondizia abbandonata.

Il 4-5-6 settembre 2020, in contemporanea con le prime tre tappe del Keep Clean and Run, si è svolta l’edizione pilota del campionato mondiale di plogging. Alle tre categorie (Walking, Running e Trailrunning, quest’ultima valevole come edizione pilota del campionato del mondo di plogging) si sono iscritti 217 atleti, che nei 3 giorni di gara hanno corso un totale di 317 ore, percorrendo 1558 km per 64081 metri di dislivello complessivi. In totale sono stati raccolti 204,5 kg di rifiuti, con un risparmio di CO2 di circa 240 kg.

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