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di Katia Berlingeri, di
Si parla sempre più spesso di crisi idrica, ma non è ancora abbastanza. È davvero un problema così grave? Ci riguarda direttamente?
Per “crisi idrica” si intende una situazione in cui le risorse idriche disponibili sono inferiori alle necessità, per abbondanza e/o distribuzione. Lo stato di crisi può essere di breve o lunga durata, fino a diventare permanente. A livello mondiale si parla di “crisi idrica” sia a causa della diminuzione della disponibilità idrica pro capite, sia a causa delle enormi disparità che si riscontrano tra un territorio e un altro.
Un po’ di numeri
Attualmente sul nostro pianeta sono presenti circa 1390 milioni di Km cubici d’acqua, ma solo lo 0,6% è potenzialmente disponibile per l’uomo e le sue attività. Il restante 99,4% è costituito da acqua salata, calotte polari e ghiacciai, oppure è contenuto in bacini non accessibili o gravemente inquinati. Per rendere meglio l’idea immaginiamo che tutta l’acqua presente sul pianeta sia contenuta in una bottiglia da 1 litro. Potremmo effettivamente prelevarne, con l’ausilio di una siringa, solo 6 ml, ma la situazione sta peggiorando. L’aumento della popolazione globale, la desertificazione, l’inquinamento e il sovrasfruttamento delle risorse stanno diminuendo la quantità d’acqua a disposizione dell’uomo.
Le riserve
Un territorio può sopportare lo sfruttamento di circa il 50% delle proprie riserve idriche, ma cosa succede quando sforiamo questo limite? Iniziano i problemi perché stiamo sottraendo alla natura più di quanto riesca a rimpiazzare. Un esempio è dato dall’Australia. L’isola è povera di fonti d’acqua dolce (la maggior parte dei laghi sono salati). L’avvento dell’uomo moderno ha contribuito al depauperamento delle scarse risorse presenti, al punto che oggi gli abitanti sono costretti a ricorrere all'acqua desalinizzata sempre più spesso. Questo fenomeno sta avvenendo sotto i nostri occhi, ma sembra comunque lontano. Vediamo allora cosa succede in un’area geograficamente più vicina: la Mezzaluna Fertile. Molti la ricorderanno dalle scuole elementari, con la storia delle civiltà fluviali e del territorio compreso tra i fiumi Tigri ed Eufrate.
Oggi quel territorio è sempre più arido e inquinato a causa del sovrasfruttamento (l’acqua viene prelevata per usi industriali, soprattutto dalla Turchia) e dell’inquinamento. La crisi idrica è talmente intensa da aver reso difficile la vita per interi villaggi, che si stanno svuotando. Se ancora non basta spostiamo la lente su ciò che succede a casa nostra, in particolar modo in Sicilia. In epoca romana quest’isola era tutt'altro che arida, mentre oggi è una terra bruciata dal sole. I dati rivelano che tra il 1916 e il 2014 la piovosità media era di 700 mm, mentre negli ultimi anni è scesa al di sotto dei 500 mm. Una diminuzione importante.
L’Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni), nel suo ultimo bollettino ha evidenziato una riduzione del 75% delle piogge nell'ultimo anno. Questo dato è preoccupante, indica che la Sicilia potrebbe diventare un deserto a tutti gli effetti. Riguarda anche noi. Questi esempi dovrebbero farci capire che l’impoverimento delle risorse idriche è un fenomeno che può colpire ciascuno di noi, indipendentemente dalla zona di residenza. È importante iniziare da subito a ridurre i consumi, sia a livello personale, sia come paese. I provvedimenti vanno adottati adesso o rimediare al danno diventerà sempre più difficile, se non impossibile.
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