#SustainableTalks: Giancarlo Terzi di Schneider Electric
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#SustainableTalks: Giancarlo Terzi di Schneider Electric

Nei #SustainableTalks di oggi parleremo di  supply chain, sicurezza sul lavoro e indici di sostenibilità con Giancarlo Terzi, Vice Presidente Field Services Schneider Electric.

Da mesi Covid-19 domina le nostre giornate in termini di destabilizzazione e necessità di riprogrammazione oltre alla difficoltà nel prevedere quando si tornerà alla normalità e come. In momenti come questo dove la maggior parte dei messaggi combinano drammaticità e speranza al tempo stesso, come editori e redattori il nostro obiettivo è “buttare il cuore al di la dell’ostacolo” consapevoli che il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità nella sua accezione più ampia. Per questo motivo abbiamo integrato nel nostro piano editoriale delle interviste, #SustainableTalks - condotte ad esperti di settore e referenti aziendali - con l'obiettivo di scoprire e comprendere quali siano le esigenze attuali in tema di sostenibilità, come vengano soddisfatte e come vengano rendicontate, certi che un’esperienza condivisa possa favorire una ripartenza efficace ed efficiente.

Maria Grazia Persico

Da dove nasce la necessità per l’azienda in cui lavora di intraprendere un percorso di sostenibilità economica, ambientale e sociale?
Schneider Electric ha messo la sostenibilità ambientale, economica e sociale al centro delle sue strategie di business e la considera la chiave interpretativa più importante per il proprio ruolo nei confronti del mercato e della società; attingiamo ai modelli più alti possibili e infatti ci impegniamo per allineare lo sviluppo del nostro business, delle nostre politiche verso le persone, verso i fornitori e verso i clienti agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle nazioni unite (SDG 2030), misurando con un indice apposito (SSI – Sustainability Index) i nostri progressi. Riguardo alla sostenibilità ambientale, la necessità è un imperativo di sopravvivenza per il nostro mondo, rispetto alle sfide che pone il cambiamento climatico. In questo senso noi creiamo le tecnologie che possono aiutare, concretamente, nel percorso di efficienza energetica, risparmio di risorse, circolarità: la nostra visione del futuro nei settori in cui operiamo, dall'industria all'energia ai data center, passando per il mondo building e infrastrutture – è una visione basata sulla decarbonizzazione, la decentralizzazione dell’energia, la digitalizzazione e agiamo di conseguenza, aiutando sia i clienti a ridurre le loro emissioni sia ponendoci noi stessi obiettivi ambiziosi come arrivare a portare tutto il nostro ecosistema in un concetto di net-zero entro il 2030.

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L’adozione di questo percorso che effetti ha generato in termini di comunicazione interna ed esterna?
Comunichiamo costantemente per valorizzare verso il mercato e verso gli stakeholder che abbiamo a tutti i livelli la nostra scelta di sostenibilità a 360 gradi. Vorremmo che fosse un fattore di scelta a nostro favore, così come lo è la nostra capacità di innovazione tecnologica e di offrire soluzioni concrete alle esigenze delle aziende. Come accennavo sopra, esternamente abbiamo un Sustainability Index che accompagna la comunicazione del nostro bilancio finanziario nei vari momenti dell’anno con un “bilancio non finanziario”, questo documento è il nostro faro, ci serve per capire dove siamo nel nostro percorso e per dirlo al mercato in modo trasparente e chiaro. Questo “purpose” è molto importante anche nella comunicazione interna: i nostri dipendenti sanno che questi sono i nostri valori e vi aderiscono e noi pensiamo sia un fattore di attrazione offrire la possibilità di sviluppare le tecnologie e soluzioni che cercano di costruire un futuro in cui vi sia equilibrio tra esigenze di sviluppo e sostenibilità.

Come misurate oggi i vostri risultati in termini di sostenibilità? Disponete di un sistema di reportistica interno? Vi affidate a consulenti esterni?
Oltre al Sustainability Index ci affidiamo anche a enti esterni per alcuni aspetti, ad esempio Ecovadis per quanto riguarda l’etica nella supply chain. Perseguiamo come riconoscimento esterno anche l’ottenimento di certificazioni per i nostri siti e le nostre attività: la 140001, ma anche – e questa è una cosa che conta molto per noi – l’ottenimento della certificazione ISO 45001 che riguarda i sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro; e abbiamo il piacere di vedere confermato il nostro impegno per la sostenibilità in numerosi indici e riconoscimenti, da Corporate Knights alla A-List di CDP (Carbon Disclosure Project).

Con stretto riferimento al settore merceologico in cui opera l’azienda, la sostenibilità viene identificato come driver di crescita o competizione?
La sostenibilità è sia un driver di crescita, sia un driver di competitività. Quando noi andiamo da un cliente a sviluppare soluzioni che, come punto chiave, puntano ad avere una maggiore efficienza energetica, di fatto andiamo a impattare l’azienda in modo molto più ampio. Grazie in particolare alle tecnologie digitali oggi i processi operativi, produttivi, i sistemi in essi coinvolti sono sempre più integrati; per migliorare le performance energetiche si interviene anche sul livello produttivo, i dati energetici che si raccolgono diventano utili anche per efficientare altri processi, ad esempio quelli manutentivi. L’efficienza, e la spinta verso un utilizzo di energia sempre più pulita con le rinnovabili, gestita in modo intelligente, acquistata al momento giusto, risparmiata… sono importanti fattori di competitività e anche spinta per la crescita, in tutte le imprese.

In che misura l’aderire e l’adottare un protocollo di sostenibilità in questo periodo potrà permettere alle imprese di proiettarsi meglio verso la ripresa post Covid-19?
La pandemia ha mostrato molti limiti e fragilità del nostro sistema. Allo stesso tempo ha fatto emergere chiaramente il ruolo dell’innovazione per conquistare maggiore resilienza, ad esempio questo si è visto con le aziende che sono riuscite grazie a servizi digitali a gestire in remoto le loro operations quando è scattato il lockdown, e che hanno mantenuto un canale con il mondo nel momento in cui si sono chiusi dei confini, si sono create delle disruption. La digitalizzazione nella nostra visione va a braccetto con la sostenibilità e aiuta a creare un circolo virtuoso che alle aziende non può che far bene: in termini reputazionali, in termini economici - dato che si possono generare importanti risparmi usando in modo intelligente l’energia – e in termini strategici. E’ anche un imperativo “etico”: non possiamo pensare di lasciare per strada la sostenibilità nel momento della crisi, continuare a perseguirla è essenziale per rafforzarci e anche per ridurre i rischi di altre crisi di grande impatto legate al problema climatico.

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